Ognuno raccoglie quello che semina e ora tutti i nodi stanno venendo al pettine. Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta -praticando una concezione di “legalità fatta in casa, a proprio uso e consumo” ha liquidato l’ufficio stampa della Regione, subito dopo essersi insediato, privando la Sicilia, unica regione italiana, di una struttura obbligatoria per legge, a tutela della trasparenza e del diritto alla informazione della Sicilia, e ora ne paga le conseguenze. “La recente dichiarazione del Governatore Rosario Crocetta a proposito della sconcertante vicenda del Cluster biomediterraneo ad Expo 2015, ‘da parte della Regione c’è stato un difetto di comunicazione’. suona quasi come una beffa”. Lo dice in una nota dell’Associazione siciliana della stampa.
“È una sorta di atto confessorio – aggiunge l’Assostampa – da parte di colui che ha completamente distrutto l’Ufficio stampa della Regione (la Sicilia è l’unica in Italia senza una struttura istituzionale e professionale di informazione e comunicazione), rifiutando ogni tipo di dialogo con Ordine e Sindacato e perpetrando il disdicevole metodo di scrivere i comunicati da sé in aperta violazione della legge istituiva dell’Ordine dei giornalisti, all’insegna dell’ improvvisazione, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.
“Ora – sottolinea il sindacato dei giornalisti di Sicilia – a distanza di due anni e mezzo anni il Governatore, quasi folgorato sulla via di Milano, si accorge che alla Regione non c’è alcuno in grado di svolgere un’adeguata attività di informazione a livello professionale e istituzionale, che forse avrebbe potuto contribuire ad evitare l’ennesima figuraccia alla quale è stata invece esposta la Sicilia, sprecando, almeno sino a questo momento la straordinaria opportunità offerta dall’Expo per offrire la migliore immagine dell’Isola”.
“Forse solo adesso – si legge ancora nel comunicato – l’ineffabile Crocetta si sta accorgendo che non disporre di un ufficio stampa, composto da veri e qualificati professionisti dell’informazione, si sta rivelando un boomerang per lui, per la sua amministrazione e per tutta la Sicilia, in particolare in un contesto di grande esposizione mediatica come l’Expo. Ognuno raccoglie quello che semina e ora tutti i nodi stanno venendo al pettine”.
“Ma poco importa. Per il Governatore l’importante era abolire l’ufficio stampa, annunciare urbi e orbi il risparmio per la casse della Regione (ma non tutti sanno che l’Ufficio stampa, pur senza giornalisti, continua ad essere stranamente un costo rilevante per la Regione), e auto insignirsi del titolo di giornalista, all’insegna del faccio tutto io. Così facendo, forse adesso sta cominciando a comprenderlo, si è però cacciato in un vicolo cieco, contribuendo così a esportare un’immagine della Regione allo sbando o quanto meno non all’altezza di normali aspettative”.
“Il sindacato dei giornalisti – conclude la nota di Assostampa Sicilia – si augura che da questa ennesima sconcertante vicenda dell’Expo si tragga una decisa inversione di rotta”.