Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, firmerà oggi la nuova legge elettorale approvata dalla Camera pochi giorni fa, in via definitiva. Non sono previste sorprese. L’Italicum non dovrebbe sollevare problemi di costituzionalità e la riforma, fa sapere il Colle, è frutto del Parlamento e non di una decisione della Consulta come per il “Consultellum” dopo il no dei giudici al “Porcellum”.
E in un immancabile messaggio su Twitter per celebrare la vittoria politica ottenuta con l’approvazione dell’Italicum Matteo Renzi ha pubblicato la foto in cui firma in calce il testo della nuova legge elettorale. “Una firma importante. Dedicata a tutti a quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo”.
Una firma importante. Dedicata a tutti quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo #Italicum pic.twitter.com/awPasnBX51
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 6 Maggio 2015
Un passaggio scontato, quindi, quello al Quirinale. Non così, invece, sul piano politico. Le opposizioni hanno annunciato la volontà di avviare una campagna per il referendum contro l’Italicum, anche se non mancano i distinguo, specie nel centrodestra. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato la mobilitazione per raccogliere le firme necessarie, mentre Lega e Forza Italia sono divise al loro interno, confermando, nel caso dei berlusconiani, il differente atteggiamento sulla riforma elettorale, già palesato in parlamento. Se Renato Brunetta è pronto a aderire alla campoagna referendaria, Altero Matteoli è più cauto. Nella Lega, Calderoli punta al referendum che abroghi il premio di maggioranza e il doppio turno, ma Salvini dice che con l’Italicum la Lega vincerebbe.
Acque agitate anche nel Pd, dove la minoranza interna ha visto crescere i suoi voti in parlamento, nella votazione finale dell’Italicum.
Pippo Civati, dell’area Dem, lascia intendere che potrebbe decidere tra pochi giorni di lasciare il PD: “Non mi sento più nella condizione di sostenere un governo che fa le cose che ha fatto anche recentemente, senza tenere conto delle ragioni delle cosiddette minoranze. Non credo che ci sia realisticamente la possibilità di creare un’alternativa a Renzi dentro il PD”. (AGGIORNAMENTO: PIPPO CIVATI HA LASCIATO IL PD. LEGGI QUI)