Lunga visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano a Palermo. Tanti i punti sul tavolo da affrontare. Dopo la riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza della Sicilia occidentale in Prefettura, il ministro ha incontrato, insieme al prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, il sindaco del capoluogo siciliano e presidente regionale dell’Anci Leoluca Orlando. La riunione ha avuto come oggetto le questioni legate all’ondata di sbarchi in corso in queste ore in Sicilia ed è servita a fare il punto della situazione, anche in vista dell’ incontro previsto per giovedì prossimo, quando il responsabile del Viminale incontrerà il presidente nazionale dell’Anci Piero Fassino e il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino sul tema dell’accoglienza.
“L’Italia paga il conto della questione Libica, non è possibile andare avanti così. È indispensabile – ha detto Alfano ai cronisti in conferenza stampa – che la comunità internazionale faccia tutto quanto è nella forza delle organizzazioni internazionali e multilaterali per consentire di stroncare, impedendone la partenza, il traffico di esseri umani”. Per il capo del Viminale occorre impedire “la partenza dei barconi, che sono il veicolo di un profitto terribile e tragico della più macabra agenzia dei viaggi del mondo che è quella degli scafisti e dei trafficanti di esseri umani. Servono dunque azioni mirate in Libia, in un quadro di legalità internazionale”.
“Il 7 maggio – ha ricordato il ministro – incontrerò il presidente dell’Anci e il presidente della conferenza delle Regioni per discutere di come gestire l’accoglienza in Italia. Abbiamo fatto una battaglia, continuiamo a farla e stiamo ottenendo i primi risultati, sull’equa distribuzione in Europa tra i 28 Paesi dell’Ue. Se deve esserci in Europa, è chiaro che deve esserci prima tra le 20 Regioni italiane”.
Una nuova circolare del Viminale è stata inviata poi a tutte le prefetture: servono – si apprende – 8-9.000 posti per accogliere i migranti arrivati in massa negli ultimi giorni. In ogni provincia italiana, prevede il documento, dovrà essere distribuito un centinaio di persone. Sono escluse le province siciliane, che sopportano il maggior peso dell’accoglienza.
Alfano in Sicilia ha parlato anche del viadotto dell’autostrada A19 Palermo-Catania crollato, spaccando praticamente la regione in due parti. Il ministro siciliano ha spiegato che la dichiarazione dello stato di emergenza consentirà “la demolizione del viadotto esistente, la realizzazione della Bretella di collegamento e la ricostruzione dei due viadotti”. “Questo piano – ha sottolineato – è stato studiato dall’Anas; il governo nazionale è pronto a dichiarare lo stato di emergenza. Si tratta di un elemento di grande importanza per dare un’immediata risposta ai siciliani, che si trovano ormai parti di due ‘Sicilie’ completamente separate”. “La gravità di questo danno – ha aggiunto – è stata evidenziata dai Prefetti di Palermo, di Caltanissetta e di Agrigento, perché si tratta di reale emergenza”. Parlando dei tempi legati per la ricostruzione, Alfano ha detto: “Secondo le informazioni che abbiamo avuto dall’Anas i lavori potrebbero avere una durata compresa tra i 15 e i 18 mesi a partire dal completamento dei lavori di demolizione. Il costo dell’opera invece tra i 27 e i 30 milioni di euro”.
Al tavolo in Prefettura si è parlato anche di mafia: “Lo sforzo dello Stato è massimo per catturare Matteo Messina Denaro. Il sequestro dei beni a persone a lui vicine, ai suoi presunti o già accertati prestanome, l’accerchiamento a persone a lui più vicine, ci lascia ben sperare. È chiaro che non si possono fare previsioni certe, non c’è una data”. Alfano ha annunciato anche che “il 9 maggio ci sarà l’apertura del covo di Riina che è stato confiscato e sarà assegnato in uso. È un momento che riafferma la forza di uno Stato che sa vincere”.
Terminata la conferenza stampa, il ministro Alfano ha preso la strada per Roma, rinviando “a data da destinarsi” l’incontro con la Prefettura di Catania a Palazzo Minoriti. Il ministro, leader del Nuovo centrodestra, infatti, dovrà essere in Aula per partecipare al voto finale sulla legge di riforma elettorale (Italicum).