È caduto un altro muro. Dopo quello di Berlino, anche gli Stati Uniti hanno di fatto abbattuto la barriera che li divideva con Cuba. Lo ha detto subito il presidente Barack Obama che al Summit delle Americhe a Panama, ha esordito nel suo discorso sottolineando che “il fatto che io e Castro sediamo qui è un occasione storica. La guerra fredda è finita da tempo non sono interessato a battaglie iniziate prima che io nascessi”.
E poi ha rincarato il concetto puntualizzando che il suo Paese “non rimarrà prigioniero del passato, gli Usa guardano avanti, questo è un momento storico”. Non ha negato Obama che tra Stati Uniti e Cuba ci siamo molte differenze “non penso sia un segreto, e il presidente Castro sarà d’accordo. Noi continueremo a parlare sulla base dei valori universali che riteniamo importanti”, ribadendo la necessità di avviare “relazioni diplomatiche. Ho chiesto al Congresso che cominci a lavorare per sospendere l’embargo vigente per decenni”, ha concluso.
Soddisfatto Castro che ha cominciato scherzando: “Mi hanno detto che il mio tempo è di otto minuti ma siccome Cuba non è stata invitata per sei vertici consecutivi, parlerò per 48 minuti», ha esordito il leader cubano che poi, più seriamente, ha definito “interessante” il discorso del collega americano indicando Obama come “un uomo onesto”.
Prima della fine del summit delle Americhe, Castro e Obama dovrebbero incontrarsi in un bilaterale, il primo dal lontano 1956. Il presidente cubano, inoltre ha affermato che la questione dell’embargo, ormai in vigore dal 1962, “deve essere risolta” e che gli Usa devono prendere una “decisione rapida” sulla cancellazione di Cuba dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo. “Un passo positivo”, ha concluso Castro ricordando “l’umiltà” di Obama che “non è responsabile per i 10 presidenti che lo hanno preceduto”.