Un incontro urgente con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per capire la ragione delle “incomprensibili dichiarazioni” dell’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano sulla vertenza Almaviva. Un incontro che, passate le festività Pasquali, sarà chiesto immediatamente dall’azienda di call center più grande della Sicilia perché i tempi per evitare le procedure di mobilità per duemila lavoratori stringono e lo spettro dei licenziamenti incombe.
È di nuovo alta, infatti, la tensione tra Almaviva Contact e le organizzazioni sindacali. L’accordo del 7 aprile, per la definizione definizione di un nuovo modello di sostenibilità (costi del lavoro, efficienza, produttività), è ancora una volta a rischio.
Dopo l’intesa preliminare della scorsa settimana, i toni si sono alzati nuovamente in seguito all’incontro tra i rappresentanti dei lavoratori di Palermo e il Comune del capoluogo siciliano. L’assessore per le Attività produttive, Giovanna Marano, ha dichiarato, subito dopo l’incontro, che “le scelte espresse da Almaviva, a livello nazionale, dopo l’acquisizione della conferma della commessa Wind, appaiono essere penalizzanti e in contraddizione con la salvaguardia del territorio palermitano”.
“L’Amministrazione comunale – hanno scritto in una nota congiunta l’assessore e il sindaco di Palermo – è stata l’unica istituzione che ha costantemente sostenuto l’impegno a salvaguardia delle presenze imprenditoriali della professionalità e dei livelli occupazionali nel settore dei call center a Palermo. Ancora una volta, confermiamo la disponibilità e l’impegno ad ogni confronto, ribadendo che l’attenzione dell’amministrazione è condizionata all’esigenza di impedire il depauperamento della presenza di Almaviva nella nostra città”.
E sono proprio queste le dichiarazioni che Almaviva ha definito “incomprensibili, nel merito e nella forma”. Fuori dalle righe, l’azienda ha vissuto le esternazioni dell’assessore come “un intervento improvvido” e peraltro “infondato”, visto che Almaviva Contact ha stabilito da tempo la sua sede legale a Palermo.
Dopo l’intervento dell’assessore Marano, infatti, i sindacalisti di Palermo hanno annunciato che non firmeranno l’accordo del 7 aprile se, nel documento, “non ci saranno garanzie concrete sulla sede di Palermo”. “A fronte del mantenimento della commessa Wind – scrivono in una nota la Slc Cgil, la Fistel Cisl e la Uilcom Uil – che ha visto all’unisono forze sociali e istituzioni territoriali impegnate nel mantenimento dell’occupazione, oggi assistiamo al protrarsi dell’incognita sede di lavoro, che nonostante le rassicurazioni aziendali negli ultimi incontri, risulta completamente disattesa. Le scriventi OO.SS. ritengono che in assenza di investimenti produttivi di sviluppo che garantiscano occupazione e che mettano in condizione l’azienda di conquistare nuove fette di un mercato in forte crescita non ci saranno le premesse per sostenere l’attuale sistema di relazioni sindacali”.
Una decisione che parte dalla Sicilia ma che rischia di mettere in pericolo anche il posto di lavoro dei dipendenti di altre sedi italiane. Almaviva Contact era stata chiara sul punto: se l’accordo non sarà firmato, duemila lavoratori – su scala nazionale – perderanno il posto di lavoro. E d’altronde, come spiegano fonti aziendali, il problema della sede dei call center di Palermo – ex Alicos ed ex Cosmed – è attualmente secondario e risolvibile in un secondo momento, anche con la collaborazione delle Istituzioni locali.