È definitivo il bilancio di vittime nell’attentato di questa mattina all’università di Garissa in Kenya. Secondo il ministero dell’Interno keniota, i morti sarebbero 147. Uomini armati hanno preso d’assalto il college universitario, vicino al confine con la Somalia. Testimoni riferiscono di aver sentito spari e anche esplosioni. Almeno quattro attentatori sono stati uccisi: 79 i feriti accertati.
L’attacco terroristico e la presa d’ostaggi sono stati rivendicati dal gruppo armato islamista somalo di al-Shabaab. “Abbiamo ucciso molte persone e i kenioti saranno scioccati quando entreranno nel campus”, hanno detto i miliziani rivendicando l’attacco. I terroristi sono entrati nella moschea del campus nascondendosi tra i fedeli della preghiera mattutina.
Numerosi studenti, ostaggio degli al-Shabab nell’attacco al campus universitario di Garissa, in Kenya, sarebbero stati decapitati. Lo hanno riferito alcuni sopravvissuti che sono riusciti a fuggire citati dalla rete all news sudafricana ‘News24’. “Abbiamo visto molti corpi senza testa mentre fuggivamo, hanno ucciso molte persone”, ha detto ancora scossa Winnie Njeri, una delle studentesse tratta in salva delle truppe di difesa di Nairobi.
E secondo i media locali, gli assalitori terrebbero ancora in ostaggio alcuni studenti: avrebbero rilasciati quelli di religione islamica e trattenuto quelli cristiani. “Quando i nostri uomini sono arrivati, hanno rilasciato i musulmani, teniamo gli altri in ostaggio”, ha detto il portavoce degli shebab Sheikh Ali Mohamud Rage. Secondo la polizia kenyana i guerriglieri si sono asserragliati nella residenza universitaria.
La polizia ha identificato la mente dell’azione in Mohamed Kuno, ex professore dell’università di Garissa, e su di lui pende una taglia di 5 milioni di scellini (50.000 euro).
“Ci siamo svegliati con gli elicotteri che sorvolano bassi la città e le sirene spiegate di ambulanze e polizia. Abbiamo capito subito che era successo qualcosa di grave”: il vescovo coadiutore di Garissa, monsignor Joseph Alessandro, descrive così alla Misna la situazione nella città settentrionale del Kenya.
“Sono entrati e hanno cominciato a sparare all’impazzata, hanno raccontato dei testimoni – riferisce il religioso – ma di sicuro si sa solo che ci sono due vittime. Si tratta delle guardie presenti all’ingresso principale del complesso al momento dell’attacco”.
La città di Garissa era già stata in passato bersaglio degli attacchi del gruppo somalo Al Shabaab. “La maggior parte degli studenti – dice ancora monsignor Alessandro – non sono di questa zona del Kenya. Tra loro, poi gli studenti di origine somala sono un’esigua minoranza”.