Mai più un solo pilota all’interno della cabina di pilotaggio. È questa la nuova direttiva che le compagnie aeree hanno deciso di adottare dopo la tragedia dell’A320 della Germanwings. Alitalia, Air Canada, EasyJet e Norvegian sono le prime ad aver accolto questa nuova regola ed è ipotizzabile che seguiranno a ruota anche altre compagnie.
Intanto gli inquirenti della Procura di Dusseldorf hanno trovato indizi di una malattia psichica di Andreas Lubitz, nella perquisizione della sua casa avvenuta nella notte. Lo riporta Spiegel online, riferendo indiscrezioni sulle indagini in corso sul caso del copilota che avrebbe intenzionalmente fatto precipitare l’aereo. Il pilota avrebbe avuto diversi episodi di depressione, e pare che fosse ancora sottoposto a cure psichiche.
La polizia ha perquisito le due case di Lubitz e ha trovato “materiali e carte di un certo interesse”, quindi degli indizi, “ma non la prova decisiva”. Gli inquirenti hanno perquisito tanto la casa dei genitori a Montabaur, un’elegante cittadina a nord di Francoforte, che il suo appartamento all’ultimo piano di una palazzina residenziale di Dusseldorf, portando via un computer, un portatile ed altri documenti.
Le novità più significative sinora – se non smentite – le rivelano i giornali. Lubitz si era appena lasciato con la compagna che avrebbe dovuto sposare il prossimo anno. Secondo Spiegel, che cita “fonti della Lufthansa”, la ragione per cui il 28enne interruppe la sua formazione aeronautica, nel 2009, fu una grave depressione, che gli diagnosticarono all’epoca e per la quale riceveva ancora assistenza terapeutica. Per la precisione: “Aveva continuato a ricevere sostegno psicologico sino allo schianto di questa settimana”.
Le urla del comandante dell’A320 che rimbalzano dal “voice recorder” della scatola nera esortando il co-pilota, rimasto solo in cabina, ad aprire quella porta bloccata, hanno fatto capire che era necessario cambiare le regole.
D’ora in avanti quindi in cabina di pilota non potrà più rimanere un solo pilota. Si torna così alla regola che era già stata prevista dopo l’11 settembre quando, complici quei blitz dei terroristi-piloti-kamikaze che puntarono sulle Torri Gemelle, si decise di “bloccare” le porte dei cockpit, consentendo solo ai piloti, dall’interno, di sbloccarle. All’epoca la decisione fu di prevedere, appunto, la presenza – sempre – di due persone in cabina.
Nel caso uno dei piloti si fosse dovuto allontanare, veniva richiesta la presenza di un membro dell’equipaggio per poter “guardare dallo spioncino” e verificare chi facesse richiesta di entrare. Ma quella regola fu superata quando, grazie alla tecnologia, si ricorse a telecamere che potevano controllare chi chiedesse di entrare in cockpit: fu deciso che poteva rimanere anche un solo pilota, assistito dal circuito tv.
Adesso, dopo che si sospetta la volontà di togliersi la vita del co-pilota dell’A320, il 28enne Andreas Gunter Lubitz, si ritiene di dover cambiare di nuovo sistema per la sicurezza di chi vola. Sull’aereo che si è schiantato, il copilota rimasto dentro la cabina di pilotaggio ha deciso deliberatamente di disattivare la procedura di apertura dall’esterno. Questa possibilità era nata per la sicurezza, nel caso, ad esempio, in cui il membro dell’equipaggio rimasto fuori sia sotto minaccia. Ma sul volo Barcellona-Dusseldorf è andata diversamente.
“Il cockpit è in grado di ospitare tre piloti e non ci dovrebbe mai essere una situazione in cui vi è una sola persona in cabina di pilotaggio”, ha spiegato James Hall, ex presidente del National Transportation Safety Board.