Tragica giornata a Tunisi: un gruppo di turisti, di differenti nazionalità, è stato preso in ostaggio all’interno del Museo del Bardo da un commando composto da tre terroristi in abiti civili ma armati pesantemente. Pesante il bilancio, anche se ancora provvisorio: 22 i morti, decine (più di cinquanta) i feriti, anche gravemente.
Quattro vittime erano di nazionalità italiana, come ha confermato il Ministero degli Esteri. Una delle vittime è un pensionato di Novara, Francesco Caldara, 64 anni, che si trovava in vacanza con la compagna Sonia Reddi, 55 anni. La nipote dell’uomo ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal ministero dell’Interno per comunicarle la morte dello zio. La donna è stata operata ed è sedata, ma non è in pericolo di vita. Una seconda vittima – l’identificazione non è ancora ufficiale – sarebbe il torinese Orazio Conte.
Tre ore dopo, le teste di cuoio tunisine hanno fatto irruzione poco dopo il sequestro, uccidendo due terroristi e liberando gli ostaggi. Uno dei sequestratori è fuggito: è caccia all’uomo. Significativo il giorno scelto per l’attacco: il parlamento tunisino stava, infatti, discutendo una legge contro il terrorismo internazionale.
L’attentato è stato rivendicato dall’Isis che plaude all’attacco a Tunisi con un post su Twitter, come riferisce la fondatrice del Site Rita Katz, e chiama i tunisini a “seguire i loro fratelli”.
Quattro vittime erano italiane, come ha confermato il Ministero degli Esteri di Roma. Sei i feriti di nazionalità italiana. Molti dei turisti sequestrati si trovavano in vacanza sulla nave da crociera Costa Fascinosa, in sosta proprio nella capitale tunisina. “La compagnia – ha detto il comandante Ignazio Giardina – è in stretto contatto e con il ministero degli Affari esteri per dare supporto ai passeggeri. Le misure di sicurezza sono state prese per dare maggiore tranquillità a tutti”.
Immediato e unanime lo sdegno delle autorità italiane. Primo fra tutti il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella: “Ho appreso con sgomento dell’attacco terroristico che ha causato numerose vittime e molti feriti e nel quale sono rimasti tragicamente coinvolti alcuni connazionali. Esprimo la più netta e ferma condanna per un gesto vile e odioso, commesso ai danni di persone inermi”, si legge in una nota del Quirinale. “Rimaniamo profondamente colpiti da un gesto di inaudita violenza che non può, e non deve, trovare spazio nel mondo contemporaneo. L’Italia – prosegue Mattarella – non si farà intimorire da atti tanto barbari e continuerà a lavorare con determinazione, insieme alla comunità internazionale, contro ogni forma di terrorismo”.
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha riunito immediatamente i vertici dell’antiterrorismo per un aggiornamento sulla minaccia terroristica di matrice internazionale, soprattutto dopo le recenti minacce all’Italia e considerato l’avvicinamento degli attentati al nostro Paese.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha condannato con fermezza gli atti criminali di Tunisi che vedono, purtroppo, coinvolti anche cittadini italiani ed esprime vicinanza al governo ed alle autorità tunisine di fronte ad un attacco tanto sanguinoso ed alla minaccia terroristica in Africa e nel mondo.
“Vicini alla #Tunisia, paese di speranza e democrazia colpito al cuore. Cordoglio per le vittime, fermezza e vigilanza contro il terrorismo”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter.
Vicini alla #Tunisia, paese di speranza e democrazia colpito al cuore. Cordoglio per le vittime, fermezza e vigilanza contro il terrorismo.
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 18 Marzo 2015
Particolarmente colpita la città di Torino. Una comitiva di dipendenti del Comune del capoluogo piemontese, infatti, si trovava in vacanza sulla Costa Fascinosa per una vacanza organizzata dall’associazione del Dopolavoro. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, in qualità di presidente dell’Anci, lancia un appello a tutte le città affinché si mobilitino contro la strage di Tunisi. “Nelle prossime ore in tutte le città italiane – dice – si manifesti lo sdegno contro questa barbarie e si renda visibile il rifiuto del terrorismo”.
“Questa sarà una guerra lunga: dobbiamo mobilitarci a ogni livello – ha detto il premier tunisino, Habib Essid – tutti insieme, tutte le appartenenze politiche e sociali per lottare contro il terrorismo. Serve unità nella difesa del nostro paese che è in pericolo”.