A quasi un anno dalla sentenza della Corte Costituzionale che ad aprile del 2014 aboliva la parte della legge 40 che proibiva la fecondazione eterologa si è ancora lontani da un’applicazione piena della decisione dei giudici. Se pochi giorni fa è stato dato l’annuncio dei primi bimbi nati, le cliniche italiane procedono a passo di lumaca per la carenza di donatori, e a sancire l’estrema attenzione a cui è sottoposto l’argomento è arrivata puntuale un’ispezione nell’unico centro che ha reso noto di averla usata per far nascere due bimbi.
Ad essere sotto i riflettori è la clinica romana Alma Res Fertility dove sono nati i primi due bambini (due gemelli, un maschio e una femmina) con fecondazione eterologa, che ieri ha subito l’ispezione da parte di Nas, Centro Nazionale Trapianti e Asl, per verificare tutta la documentazione e la regolarità della gestione della clinica guidata dal ginecologo Pasquale Bilotta. Il medico, che ha anche annunciato che presto nasceranno altri bambini con la tecnica, ha confermato la notizia aggiungendo anche che “è stato trovato tutto in regola” e che anche per quello che riguarda i rimborsi alla donatrice, sui quali sono state fatte alcune precise domande, è avvenuto tutto nella norma.
“Alla donatrice di ovocita – ha spiegato Bilotta – è stato riconosciuto un rimborso spese di poco più di 200 euro per i taxi, una colazione, un pranzo e le spese per l’assistenza di una infermiera per la somministrazione di alcuni farmaci”.
Per avere i risultati dell’ispezione, che ha avuto il plauso di Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare e Vicepresidente della commissione Affari Sociali della Camera, che ha ricordato come sia proibita qualsiasi forma di pagamento dei gameti, occorreranno alcune settimane. Nel frattempo le cliniche sono alle prese con una carenza di donatori, ha sottolineato Nicola Maggi, direttore del centro di medicina della sessualità e andrologia dell’Università di Firenze e presidente di ‘Andrological sciences onlus’, le cliniche restano alle prese con la carenza di donatori. ”Ad oggi – afferma Maggi -, solo il 10% delle persone che si presentano viene selezionato”.
“Da quando abbiamo aperto il servizio al centro di crioconservazione di liquido seminale operante a Careggi – continua – abbiamo avuto 12 soggetti che si sono proposti come donatori, ma di questi solo uno ha fin qui terminato positivamente il percorso”. “La coppia vuole riempire il nido ma in un caso su dieci non ci riesce” aggiunge il professor Maggi. “Ora – sottolinea – anche in Italia è possibile aiutare queste coppie con il dono di gameti. Nel nostro Paese non è possibile alcuna forma di compenso per il donatore, quindi solo l’altruismo e la solidarietà possono spingere la cittadinanza ad offrire un dono così prezioso“.