L’ex magistrato Antonio Ingroia, il governatore siciliano, Rosario Crocetta, l’ex ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, e sei assessori della prima Giunta, sono indagati dalla Procura di Palermo con l’accusa di abuso di ufficio. L’inchiesta intende stabilire se per le assunzioni effettuate dalla partecipata regionale “Sicilia e Servizi”, di cui Ingroia è amministratore unico, vi siano state violazioni di legge.
La Procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine, inizialmente iscritta a carico di ignoti. Ma il gip, bocciando la scelta dei pm, ha ordinato di inserire nel registro degli indagati tutti i personaggi indicati nel rapporto della finanza sulle presunte irregolarità nelle assunzioni.
Le Fiamme Gialle avevano fatto i nomi di Ingroia, Crocetta, Pisciotta e degli assessori Antonino Bartolotta, Ester Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris e Patrizia Valenti, componenti della Giunta che diede il via libera alle assunzioni. L’indagine ruota su una legge che disponeva il blocco delle assunzioni e che sarebbe, dunque, stata violata.
Sulla vicenda c’è anche un procedimento della Corte dei Conti, per il quale l’ex magistrato Ingroia si è sempre difeso sostenendo che le assunzioni erano necessarie per evitare la paralisi della società e che, comunque, queste erano state decise dopo un parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato. Saranno ora i pm, coordinati dall’aggiunto Dino Petralia, a decidere se richiedere nuovamente l’archiviazione o continuare l’indagine.