Respinta per la seconda volta la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del muratore di Mapello, Massimo Bossetti, l’unico accusato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate Sopra.
Massimo Bossetti in aula aveva ancora una volta ribadito la sua innocenza: “Non ho mai visto quella ragazza, non sono un assassino, sono un padre di famiglia”. E ha continuato rivolgendosi direttamente al pm: “Non capisco tutto questo accanimento contro di me”, ha detto il muratore di Mapello.
La Corte del riesame di Brescia si è quindi denunciata sull’istanza di libertà presentata da Bossetti, in carcere dal 16 giugno del 2014 per l’omicidio della tredicenne.
Il difensore di Bossetti, Claudio Salvagni, ha contestato i risultati degli accertamenti tra il Dna mitocondriale trovato sul corpo di Yara e quelli sul Dna nucleare, oltre che sulle tracce dei tessuti rivenuti sui sedili dell’Iveco Daily. Secondo il legale, il Dna mitocondriale non corrisponde a quello del muratore di Mapello mentre su quello nucleare, secondo le indagini, c’è la certezza che sia quello del muratore.