Il Quantitative easing europeo partito lunedì 9 marzo è uno strumento con il quale la Bce punta a rilanciare l’economia nell’Eurozona.
Si tratta di un massiccio programma di acquisto di titoli di Stato, obbligazioni di istituzioni europee, titoli cartolarizzati (Abs) e obbligazioni garantite (covered bond), ad un ritmo di 60 miliardi di euro al mese almeno fino alla fine di settembre 2016 per far risalire l’inflazione nell’Eurozona vicino all’obiettivo del 2% e rilanciare la crescita in una regione definita nei mesi scorsi come “la più grande minaccia per la ripresa mondiale”.
È la prima volta che Francoforte nei quasi 17 anni della sua storia lancia un programma simile. Altre banche centrali, come l’americana Fed, la Banca d’Inghilterra e la Banca del Giappone hanno invece già adottato misure analoghe.
Attraverso il Public Sector Purchase Programme (Pspp), questo il nome tecnico del piano, l’Istituto guidato da Mario Draghi comprerà oltre 1.000 miliardi di euro di titoli (1.140), compresi bond sovrani con rendimento negativo, ma non al di sotto del tasso Bce sui depositi che al momento è pari a -0,20%. Inoltre se una banca centrale nazionale non è in grado di acquistare abbastanza titoli per soddisfare la propria dotazione, Francoforte permetterà acquisti alternativi.
Questa montagna di acquisti non avverra’ sul mercato primario, ossia partecipando ad aste di collocamento, ma solo sul mercato secondario per non violare il divieto di finanziamento monetario. E Francoforte acquisterà solo titoli che hanno una scadenza tra due e 30 anni e con un rating di ‘investment grade’. Quindi tagliata fuori la Grecia fino a quando non verrà ripristinata la deroga sui bond ellenici.