I jihadisti dell’Isis hanno hanno saccheggiato e raso al suolo con i bulldozer l’antica città assira di Nimrud. Lo ha detto il governo iracheno che ha voluto far conoscere al mondo il nuovo grave scempio dei miliziani del sedicente califfato islamista contro il patrimonio storico e culturale dell’intera umanità.
I jihadisti hanno saccheggiato il sito sulle rive del Tigri vecchio di 3000 anni, una settimana dopo la diffusione di un video che mostrava le forze Isis intente a distruggere statue del museo e sculture a Mosul, città del nord dell’Iraq. I miliziani, a Nimrud, hanno rubato i pezzi di valore e livellato il terreno coi bulldozer.
Nimrud, circa 30 km a sud di Mosul, è stata costruita intorno al 1250 a. C. Quattro secoli dopo divenne la capitale dell’impero neo-assiro. Molti dei suoi più famosi monumenti, tra cui tori alati colossali, sono stati rimossi fa dagli archeologi e ora sono custoditi al British Museum di Londra e a Baghdad.
Gli archeologi hanno paragonato l’assalto al patrimonio storico- culturale dell’Iraq alla distruzione dei Buddha di Bamiyan compiuta dai talebani afghani nel 2001.
“Condanno nella maniera più forte possibile la distruzione di Nimrud, che è un crimine di guerra”, ha detto il direttore generale dell’Unesco Irina Bokova. “Non c’è giustificazione politica o religiosa per la distruzione di un patrimonio culturale dell’umanità”.
Gli islamisti hanno raso al suolo anche la moschea “Hammu al Qudu”, che ospita il mausoleo di un santo sunnita meta abituale dei fedeli di confessione sunnita, la stessa praticata dai jihadisti dell’Isis. Per gli uomini del Califfo Abu Bakr al Baghdadi è considerato un peccato mortale “idolatrare” santi anche se di fede musulmana. La moschea risaliva al 1888.