Il governo greco non avrebbe i soldi per pagare i dipendenti pubblici. Lo scrive il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung. Già a febbraio, Atene non è stata in grado di pagare tutti i dipendenti pubblici. Anche per questo, il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras avrebbe chiesto un incontro urgente con il capo della Commissione europea Jean-Claude Junker, incontro che però non avverrà prima della riunione dei ministri delle Finanze della zona euro fissata per lunedì prossimo.
La Grecia vorrebbe ottenere un anticipo dell’ultima tranche del programma europeo di aiuti. Il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem ha ricevuto una lettera del ministro greco Varoufakis con le sei riforme proposte dal Governo ellenico, ma anche se verranno illustrate all’Eurogruppo lunedì non si accelererà il processo per l’esborso degli aiuti. Secondo fonti Ue, il negoziato ‘tecnico’ che porterà allo sblocco della tranche di aiuti “è ancora in alto mare”. Tale processo, si precisa, non passa per i ministri ma per le istituzioni, cioè la ex Troika formata da Ue, Bce ed Fmi. Ma il Governo ellenico non ha coinvolto le tre istituzioni su queste sei riforme che vuole presentare, quindi il negoziato tecnico ancora non parte.
Dopo un incontro con il premier Alexis Tsipras e il ministro delle finanze Yanis Varoufakis il governatore della Banca centrale ellenica, Yannis Stournaras ha sottolineato l’importanza della riunione dell’Eurogruppo di lunedì prossimo precisando che Tsipras gli ha assicurato che sta lavorando senza sosta per arrivare a una conclusione.
Per l’agenzia internazionale di rating Fitch, l’uscita della Grecia dall’euro resta un rischio fintanto che si tengono negoziati più nel dettaglio e il governo greco cerca di mantenere l’appoggio interno per l’accordo che raggiungerà, anche se – specifica una nota – non è il nostro scenario di base”.
Secondo Fitch, tuttavia, la zona euro ha sviluppato meccanismi per impedire la fuga dai titoli sovrani che potrebbe condurre al default e per attenuare l’effetto contagio; inoltre, i timori per la solvibilità dei paesi della zona euro sono meno pronunciati rispetto al 2012.
“Una reazione a catena a partire dall’uscita della Grecia fino allo sgretolamento del blocco è pertanto improbabile”, scrive. L’uscita della Grecia potrebbe produrre un default su almeno parte del debito greco ma dimostrerebbe anche che, per essere membri della moneta unica, bisogna politicamente accettare una politica di bilancio restrittiva e riforme impopolari.
“L’uscita della Grecia dall’euro potrebbe anche favorire un irrobustimento delle istituzioni della zona euro e quindi dell’unione monetaria”, conclude.