Adesso è ufficiale, Genoa-Parma di domenica prossima non si giocherà ed è stata spostata a data destinarsi. Lo ha comunicato lo stesso presidente della Figc, Carlo Tavecchio. La decisione, dopo il rinvio di Parma-Udinese di una settimana fa, è arrivata dopo una mattina di incontri e di contatti tra la Federazione, i giocatori e lo staff tecnico del Parma e l’associazione dei calciatori.
Anche il capitano del Parma, Alessandro Lucarelli, si era detto dubbioso sulla partecipazione del Parma alla trasferta di Genova, da qui l’annuncio del forfait: Non giochiamo a Genova”. Il capitano aveva spiegato la situazione minacciando anche lo sciopero in caso di mancato slittamento del match: “Non ci sono le condizioni – aveva spiegato Lucarelli – non ci sentiamo tutelati da nessuno. Fino al 6 marzo, quando è prevista l’assemblea, rimarremo fermi”.
Richiesta accolta dal presidente federale: ”Domenica scorsa è stata rinviata la partita – ha detto Tavecchio alla Gazzetta dello Sport – perché i giocatori non volevano giocare a porte chiuse. Non ho voluto mortificarli. Poi non sono stati fatti i passi che avevo auspicato. Nessuno ha presentato i libri in tribunale, quindi non si è aperta una procedura fallimentare e non si è ancora potuto iniziare un esercizio provvisorio per aiutare il Parma. La Lega di A si è detta disponibile ad aiutare un soggetto credibile, che può essere solo il Tribunale. Il Parma è allo sbando, ma la Figc non ha nessuna responsabilità per il default del club né per quello che è accaduto dall’estate scorsa a oggi. In questo momento nessuno può dare un euro ad una società che sta fallendo, ma non è ancora fallita. Quindi, considerato lo stato d’animo dei calciatori, valutata la richiesta dell’Aic e dell’associazione degli allenatori, rinviamo la partita con il Genoa, ma sarà l’ultima volta”. Tavecchio ha anche precisato che il rinvio è stato deciso “considerando anche la richiesta di Aic e Aiac e sentito l’unico presidente in questo momento interessato”, cioè quello del Genoa, Enrico Preziosi.
In mattinata l’allenatore Donadoni ed i giocatori Lucarelli, Mirante e Gobbi avevano incontrato in Procura i magistrati che conducono le indagini sulla cessione del club.