“Ai 1500 lavoratori di Almaviva non interessano note stampa o partecipazioni a trasmissioni televisive, sindaco e presidente della Regione, facciano davvero sentire la loro voce scendano in piazza con noi e facendosi promotori di reali e concreti interventi per chiedere il rispetto delle regole nelle gare di appalto delle telecomunicazioni e una seria regolamentazione che tuteli gli addetti del settore”. Ad affermarlo dopo un attivo unitario dei sindacati di Almaviva, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl, è Francesco Assisi segretario Fistel Cisl Palermo Trapani. Diverse le iniziative stabilite.
Domani i lavoratori con lo slogan #ioSonoalmaViva, protesteranno dalle 10 alle 13 davanti la ex fabbrica Sandron a Palermo dove si svolgerà la Leopolda, per distribuire volantini sulla vertenza e chiedere un incontro al sottosegretario allo Sviluppo economico Graziano Delrio, che parteciperà all’incontro. Intanto i sindacati chiederanno alle loro segreterie romane di organizzare forme di protesta nazionali a Palermo, dove 1500 lavoratori rischiano di perdere il posto (anche 200 lavoratori a progetto).
“Chiederemo tutti insieme inoltre alle istituzioni, comune e Regione di intervenire per sollecitare il rispetto delle regole negli appalti, non si possono svolgere gare che hanno alla base la riduzione del costo del lavoro oltre il minimo contrattuale. Siamo in attesa dell’esito della gara sulla commessa Wind dalla quale dipende il futuro di 1500 famiglie a Palermo – aggiunge Assisi – , chiederemo con forza che chiunque ottenga la commessa possa operare con i nostri addetti che da anni si occupano dell’attività per Almaviva. Non si può disperdere questo patrimonio di professionalità e di investimenti fatti negli anni dall’azienda che conta oltre 6 mila lavoratori in tutta la Sicilia, e che paga ogni anno nella nostra regione ben 3 milioni di euro di tasse Perdere tutto ciò sarebbe davvero un gravissimo colpo per l’economia della nostra città e dell’Isola”.
Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani conclude “non riusciamo a comprendere come il Comitato garante per la privacy possa siglare un accordo con l’Albania per autorizzare l’uso dei dati degli utenti italiani, spingendo cosi l’introduzione nel mercato, già deregolamentato, di altri paesi che applicano costi al di sotto del minimo essenziale per i lavoratori e promuovendo in qualche modo la delocalizzazione delle commesse. Il sindaco Orlando e al presidente Crocetta chiedano al Mise di intervenire per il rispetto delle regole a tutela dei nostri lavoratori”.