La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta e ci sono indagati. La conferma arriva dal Procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi che condivide l’inchiesta con il sostituto procuratore Alessandra Tasciotti. “Un’indagine complessa” ha poi sottolineato Salvi aggiungendo che ci vorrà del tempo per sviluppare le indagini.
IL PROCURATORE DI CATANIA: CI SONO INDAGATI
Cosa è successo in quei drammatici minuti? Sembra che il problema della neonata di Catania non sia poi così raro: “I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla”, racconta il padre, il 30enne Andrea di Pietro al Corriere della Sera.
Il dramma è iniziato dopo il taglio del cordone ombelicale: la piccola non respirava, probabilmente per del liquido amniotico nei polmoni. Serviva una cannula per la disostruzione, ma medici e infermieri non l’hanno trovata. “La bambina, dopo il primo vagito, non rispondeva, affannata, come non respirasse”, “Che ci fosse una crisi respiratoria si è capito subito”.
“Hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita”, dice, tra le lacrime, il giovane papà.7
LA MAMMA TANIA SCRIVE SU FACEBOOK
La casa di cura Gibiino di Catania “respinge fermamente ogni illazione e congettura che in queste ore viene diffusa nei confronti del proprio operato”, nell’ambito della morte della piccola Nicole. La clinica si dice certa che “dagli esami autoptici emergerà che il decesso è stato causato da fattori che esulano dall’attività dei medici della struttura, che hanno fatto di tutto per salvare la vita alla neonata” utilizzando “cannule e sondini immediatamente dopo la nascita.
“La casa di cura – si legge in una nota della Gibiino di Catania – respinge fermamente ogni illazione e congettura che in queste ore viene diffusa nei confronti del proprio operato. La struttura opera da oltre mezzo secolo ed è accreditata con il Servizio sanitario e pertanto sottoposta a continui e ristretti controlli da parte delle autorità sanitarie competenti”. “La struttura – sottolineano dalla clinica – è in possesso delle cannule e dei sondini per aspirazione neonatale, e immediatamente dopo la nascita tutte le pratiche di aspirazione sono state eseguite correttamente sulla piccola Nicole che poi è stata intubata e trasferita all’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa”. “Come certamente emergerà dagli esami autoptici – si legge nel documento della clinica – il decesso della piccola è stato causato da altri fattori che esulano dall’attività posta in essere dai medici della Struttura che hanno fatto di tutto per salvare la vita della neonata”.