L’influenza stagionale continua a colpire: gli esperti prevedono che il picco dell’attività del virus si avrà verso la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio, in anticipo rispetto agli anni scorsi.
Sono i dati diffusi dal Rapporto Epidemiologico Influnet realizzato dall’Istituo superiore di sanità, che settimanalmente rilascia un bollettino. Nell’ultimo si legge che durante la terza settimana del 2015, 829 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 8,55 casi per mille assistiti.
Si registra anche un brusco aumento del livello di incidenza delle sindromi influenzali, più evidente nella fascia di età pediatrica e in quella dei giovani adulti: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 22,95 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 13,15 nella fascia 15-64 anni a 7,88 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 3,65 casi per mille assistiti.
I casi stimati di sindrome influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 519.000, per un totale di circa 1.911.000 casi. Il livello di incidenza, nell’attuale stagione, è lievemente superiore a quello osservato nelle precedenti stagioni influenzali e simile a quello del 2010-2011.
La circolazione dei virus influenzali in molte regioni italiane. Marche, Campania, P.A. di Trento ed Emilia-Romagna, le regioni maggiormente colpite.
La situazione italiana è simile a quella della maggior parte dei Paesi europei dove si nota, come negli ultimi anni, una notevole diffusione del virus pandemico del 2009 (A/H1N1). Molto diffuso sono anche ceppi A/H3N2. Minore invece sembra attualmente la diffusione di ceppi di influenza B.