Maxi blitz contro il clan dei Casalesi a Napoli. Gli agenti della D.I.A. di Napoli hanno tratto in arresto 24 persone (10 in carcere e 14 ai domiciliari), nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona, perché ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente ed abuso d’ufficio.
L’operazione è scattata alle prime ore di questa mattina nell’ambito di una articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. L’inchiesta riguarda una serie di appalti truccati indetti dall’Azienda Sanitaria S. Anna e S. Sebastiano di Caserta e aggiudicati a imprese del clan dei casalesi, con l’appoggio di politici ed amministratori pubblici come Angelo Polverino, all’epoca consigliere regionale, e il consigliere provinciale Antonio Magliulo, entrambi vicini all’ex coordinatore regionale della Campania di Forza Italia, Nicola Cosentino.
Secondo la Dia, nell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta vi era “la piena operatività” del clan “Zagaria”, fazione del clan dei Casalesi che opera a Casapesenna (Caserta), e “una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria”.
Le indagini, condotte per oltre due anni dalla Dda di Napoli, hanno condotto al sequestro preventivo di quattro ditte (Odeia srl, R.D. Costruzioni, Luigi Iannone e Salvatore Cioffi), 18 immobili, 11 terreni, un box auto, 3 autovetture e quote societarie per un valore di 12 milioni di euro. Attraverso connivenze e collusioni – spiegano Dia e Dda – il sistema degli Zagaria riusciva a controllare e gestire, in regime di assoluto monopolio, gli appalti e gli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’Ospedale casertano.
Negli ultimi anni il clan si era infatti gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana – rende noto la Dia – trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa”.
Fra le persone arrestate spicca il nome di Elvira Zagaria, sorella del noto boss ed ex latitante del clan dei Casalesi, Michele. Secondo gli investigatori, Elvira Zagaria svolgeva un ruolo centrale nelle attività del clan all’interno dell’Azienda sanitaria casertana dopo l’arresto di tutti i membri maschi della famiglia e dopo la morte del marito Francesco Zagaria.
Negli ultimi due anni era lei a gestire i capitali illeciti derivanti dalle attività delle imprese del clan. Secondo gli investigatori, Francesco Zagaria dava anche indicazioni sugli esponenti politici da sostenere nelle campagne elettorali. Le attività del clan nella struttura sanitaria è stata ricostruita dagli investigatori con l’ausilio di testimonianze, documenti, intercettazioni telefoniche e ambientali oltre a diverse registrazioni audio e video.