Dopo aver lasciato lo Sri Lanka, Papa Francesco si è recato nelle Filippine, seconda tappa del suo viaggio apostolico in Asia. A Manila, capitale filippina, il Papa inizierà domani una serie di incontri e di cerimonie religiose, fino alla conclusione della sua visita, lunedì, quando alle 10 ora locale ripartirà alla volta del Vaticano.
Dio benedica e protegga lo Sri Lanka.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 15 Gennaio 2015
Una volta atterrato all’aeroporto di Manila il Santo Padre ha ricevuto un’accoglienza calorosa incorniciata dai canti e balli di centinaia di giovani. Molti i sacerdoti e i vescovi, tra i quali l’arcivescovo di Manila, il cardinal Luis Antonio Tagle.
“Essere miti, umili non aggressivi” è “miglior modo per rispondere” a minacce di attentati, ha affermato Francesco sull’aereo per Manila. Il Papa è “preoccupato per l’incolumità dei fedeli”. “La libertà di religione – ha detto ancora Francesco – è essenziale, e non si uccide in nome di Dio”. La “libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere”. Non “si offende la religione”, ma allo stesso tempo “non si reagisce con violenza”.
“Forse è una mancanza di rispetto – ha sottolineato il Papa rispondendo a una domanda sui kamikaze e sui bimbi usati come kamikaze – ma credo che in ogni attacco suicida c’è qualcosa di squilibrio mentale e umano, c’è qualcosa che non va nelle persone, nel senso che danno alla propria vita e a quella degli altri. Sì, il kamikaze dà la propria vita, ma non la dà bene, i missionari per esempio danno la propria vita ma per costruire, quando si dà la vita per distruggere c’è qualcosa che non va”.