Il gup Giovanni Francolini ha condannato all’ergastolo Salvatore Riina, mentre è stato dichiarato prescritto il reato per Gaetano Grado, che essendo un collaboratore di giustizia usufruisce dell’attenuante speciale prevista dall’articolo 8 della legge 203 del 1991.
Il pentito era accusato di 14 omicidi: quello di Michele Graviano e di una serie di altri delitti commessi nell’ambito della guerra di mafia tra il 1973 e il 1989. Riina era imputato solo di due dei 14 delitti: quello di Antonino Tarantino e Alfredo Dispenza.
Nel processo si sono costituiti parte civile i boss mafiosi del quartiere Brancaccio, Benedetto e Giuseppe Graviano, contro Grado, che si è autoaccusato dell’uccisione del loro padre, Michele. Oltre ai Graviano erano parti civili al processo gli eredi di Domenico Russo, ucciso nel 1989 e quelli di Salvatore Zarcone.