È una “grande menzogna” quella che “si nasconde dietro certe espressioni che insistono sulla ‘qualità della vita’ per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute”. Lo dice il Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà l’11 febbraio 2015.
Per il Papa “anche quando la malattia, la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nostra vita di donazione, l’esperienza del dolore può diventare luogo privilegiato della trasmissione della grazia”. E allora “le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono diventare testimoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uomo con la propria intelligenza non sia capace di comprenderla fino in fondo”.
Eppure, fa notare il Papa, “quanti cristiani testimoniano non con le parole ma con la loro vita” accanto ai malati. Questi vivono “un grande cammino di santificazione” perché se “è facile servire per qualche giorno” è invece “difficile accudire una persona per mesi o per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare”.