L’inchiesta su mafia e politica che ha travolto Roma continua a generare reazioni e polemiche.
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha disposto la rotazione dei dirigenti capitolini “a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture”. “La straordinarietà e la rilevanza degli eventi connessi alle indagini della Procura della Repubblica di Roma, che interessano l’Amministrazione Capitolina in queste ore – spiega il sindaco – coinvolgono anche le strutture amministrative dell’Ente, e le funzioni nevralgiche da loro assicurate. Ho dato quindi specifiche disposizioni per procedere tempestivamente a un adeguato riordino, a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture, proseguendo con l’applicazione del principio della rotazione già avviato da mesi, nel rispetto della competenza curricolare”. “Ciò avverrà – conclude il sindaco – a tutela dell’ Amministrazione e del gruppo dirigente, ferma la necessaria continuità amministrativa e il perseguimento degli obiettivi stabiliti, nell’ambito della corrente programmazione strategica”.
E se Marino cerca di mettere il Campidoglio al riparo da ulteriori polemiche, incassa anche l’appoggio del movimenti Cinque stelle. I pentastellati hanno ribadito di non volere entrare in giunta, ma si sono detti pronti a “collaborare sulle questioni principali che interessano ai cittadini: dal piano di rientro ai risparmi che possono essere fatti fino alle unioni civili. Siamo pronti a discutere delle nostre proposte con il sindaco”. Un’apertura che viene dal capogruppo del M5s in Campidoglio Marcello De Vito e potrebbe dare una boccata d’ossigeno all’amministrazione Marino.
“Quello che emerge dalle indagini in queste ore – dice senza mezzi termini il premier Matteo Renzi – fa letteralmente schifo. Un sistema di potere corrotto, denari ai politici e non solo. Vale come sempre la presunzione di innocenza per tutti. Ma vale anche l’auspicio che si faccia presto a fare i processi. Perché abbiamo il diritto di sapere chi ha rubato”.
Ma su Roma si è scatenato un fuoco incrociato e le opposizioni attaccano.
“Avete visto – ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi – lo scempio di Roma. Non possiamo accettare che Roma, la città più antica, la nostra capitale, possa esser gestita ancora da chi e’ compromesso da quello che è successo o è stato lì senza capire cose stesse succedendo. Dobbiamo chiedere a tutti i partiti uno sforzo, di dimettersi e indire nuove elezioni per dare assoluta trasparenza. Questa è la nostra posizione”. Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico, a Palermo, durante una iniziativa elettorale del partito.
”A Roma potrebbe arrivare presto un sindaco della Lega- scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, in un intervento sul Tempo -. Me lo chiedono i romani. Soltanto un primo cittadino leghista può fare la differenza. Alle prossime elezioni comunali candideremo un romano, che sposi però i progetti e le idee della Lega, che stanno conquistando sempre più spazio. Faremo presto, la situazione è drammatica”.
Se la Lega pensa al futuro, il Pd è alle prese con una riassetto interno. Dopo il commissariamento del partito a Roma, è arrivato anche l’annuncio dell’autosospensione di tre esponenti del partito. “Ozzimo, Coratti e Patanè – annuncia su Twitter Matteo Orfini, – si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia”.
Ozzimo,Coratti e Patanè si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia
— orfini (@orfini) 6 Dicembre 2014