“A questo governo diciamo che il 12 dicembre saremo nelle piazze perchè la vera emergenza di questo Paese si chiama Lavoro. E il dissenso sulle deleghe al lavoro e alla Legge di stabilità è perchè non sono utili a creare lavoro. Non affrontano i veri nodi, c’è un accanimento a ridurre i diritti, non la precarietà”. Lo ha detto Susanna Camusso, leader Cgil, in conferenza stampa a Palermo.
“I diritti vanno estesi e non sottratti. La qualità delle norme sul lavoro, sono indicative di come si vuol investire sul lavoro come grande emergenza del Paese”, aggiunge la leader Cgil Susanna Camusso. “Nei tanti problemi che abbiamo ci sono i tanti impegni presi e mancati. Nell’unico incontro coi sindacati – ha detto – che è durato un’ora perchè non si doveva perdere tanto tempo, il premier concluse dicendo che il governo andava avanti con le sue decisioni e poi si sarebbero aperti i tavoli di discussione sui decreti delegati”. “Noi continuiamo – ha concluso – a essere disponibili e anche quello sarà un punto di giudizio sulla qualità delle affermazioni che vengono fatte”.
“È complicato sostenere che una legge approvata tutta nel meccanismo del voto di fiducia sia una sconfitta del sindacato. Il tema è come si determinano le modalità di governo in questa stagione”. Lo ha detto Susanna Camusso ai cronisti che chiedevano se l’ok al Jobs Act è stata una sconfitta del sindacato. “Siamo fedeli e rispettosi della Costituzione, riconosciamo che il nostro modello di governo – ha aggiunto – dovrebbe essere una repubblica parlamentare. Sappiamo che quello è il luogo dove si determinano le leggi del Paese. Ma esattamente perchè siamo una repubblica democratica, sappiamo che sta nelle nostre forze e nei nostri poteri provare a cambiare le cose e contestare”. “Considerare che nessun soggetto può esistere perchè se c’è il voto parlamentare non c’è modo di discutere mia pare una strana idea della democrazia e dell’autonomia del movimento sindacale – ha concluso- Noi siamo orgogliosi e gelosi della nostra autonomia”.
“C’è un accanimento nella riduzione dei diritti, e non c’è attenzione a riordinare l’infinita precarietà anzi la si incentiva” ha continuato Susanna Camusso. La leader della Cigl parlando della crisi dei call center ha aggiunto: “è l’emblema di regole selvagge”. “Non si discute del perchè si può delocalizzare – ha detto di come conflitti di attribuzione di commesse non debbano tradursi nel fatto che i lavoratori sono le vittime. C’è un grande malato in Italia che è il sistema degli appalti. L’assenza di regole che riguarda tutti i settori”.
“Nell’edilizia che attraversa una crisi drammatica sul fronte occupazionale – ha aggiunto – si continua ad agire su un’idea di semplificazione delle regole, si cannibalizza il settore e lo si rende sempre più insicuro senza dare una prospettiva ai lavoratori”. “Nonostante le nostre proposte – ha concluso – la modalità che ha proposto il governo è che bisogna togliere le regole e poi le imprese ci penseranno. L’idea è affidare il futuro del Paese alla deregolazione. Da 20 anni in questo Paese non si investe, si è ridotto il costo della manodopera e questo ha ridotto la competitività”.