Primo interrogatorio per Francesco Schettino che è tornato in aula al Teatro Moderno di Grosseto per essere sentito nel corso del processo sul naufragio della Costa Concordia, per il quale è imputato. L’esame è stato richiesto dalla procura di Grosseto. Le prime domande gli sono state fatte dal pm Alessandro Leopizzi. Secondo i suoi difensori “il comandante è tranquillo”.
“Non era una navigazione turistica” la manovra di avvicinamento al Giglio, e, per questo, l’armatore Costa non ne fu informato. Gli è stato poi chiesto se Cosa fu informata del mutamento di rotta: “Nelle varie probabilità la navigazione sotto costa si è sempre effettuata – ha affermato – e il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta ma non ha nessun obbligo di informare l’armatore”.
Schettino ha anche ricordato che i contatti con il comandante in pensione Mario Palombo, che spesso soggiorna sull’isola, e la richiesta del maitre Antonello Tievoli lo indussero a decidere per l’avvicinamento al Giglio: “Considerato anche l’aspetto commerciale volevo prendere tre piccioni con una fava”, cioè fare un piacere a Tievoli, “omaggiare l’isola e Palombo” e dare un valore aggiunto all’aspetto commerciale della crociera.
“Non l’ho fatto per fare un favore alla Cemortan”, ha sottolineato Schettino nel corso dell’interrogatorio, negando il fatto che il motivo dell’avvicinamento al Giglio fosse per fare colpo sulla hostess e ballerina moldava Domnica Cemortan.
La Procura di Grosseto è intenzionata a chiedere oltre 20 anni di carcere per Francesco Schettino come responsabile del naufragio della Concordia. Lo ha detto a margine dell’udienza il procuratore Francesco Verusio in una pausa dell’interrogatorio di Schettino. Per i vari reati, Schettino potrebbe essere condannato a circa 22 anni.