Metalmeccanici in piazza oggi a Napoli per protestare contro il Jobs Act. L’iniziativa è della Fiom-Cgil. In testa al corteo, che è partito da piazza Mancini, il segretario generale Maurizio Landini.
In piazza anche gli esponenti del comitato di lotta “Cassaintegrati e licenziati dello stabilimento Fiat Pomigliano”, che stamattina hanno noleggiato una Hummer limousine per raggiungere la manifestazione di Napoli. Sull’auto bianca, che ha prelevato i manifestanti al cancello principale dello stabilimento Fca di Pomigliano, sono stati esposti, sulle fiancate, cartelloni contro il Jobs act e le politiche in atto, e un cartello con scritto: “Renzi e Marchionne sulle catene di montaggio a 700 euro al mese”.
“Renzi non decida lui dalla sera alla mattina, da solo non cambia il Paese. Da solo – dice Landini – risponde solo ai poteri forti”.
“Abbiamo scelto di essere a Napoli – spiega Landini – per dare voce al Mezzogiorno che sta pagando un prezzo doppio rispetto al resto del Paese e per dire che se non c’è una politica di rilancio degli investimenti pubblici e privati in grado di recuperare questa differenza, rischiamo di andare a sbattere”. “Le politiche del Governo – prosegueo il leader Fiom – sono sbagliate perché non affrontano questi nodi e pensano in modo sciocco che il problema per il lavoro sia semplicemente quello di rendere più facili i licenziamenti. E questo è un ragionamento che non sta in piedi”.
“Renzi – attacca Landini – non ha il consenso delle persone oneste, di chi lavora e di chi cerca lavoro”.
Immediata la replica da parte del Pd, con Matteo Orfini.
Dire che governo nn ha consenso delle persone oneste offende milioni di lavoratori che nel Pd credono.Spiace che a farlo sia un sindacalista
— orfini (@orfini) 21 Novembre 2014
“Personalmente – commenta il presidente di Confidustria, Giorgio Squinzi – mi ritengo una persona molto onesta, non onesto ma di più. Riteniamo che il Paese abbia bisogno di un nuovo clima di relazioni industriali”.
E il premier Renzi commenta a distanza: “Si salva il lavoro tenendo aperte le fabbriche e non alimentando polemiche, risolvendo le crisi industriali e non giocando a chi urla più forte”.
Poco dopo arriva il passo indietro di Landini: “Mai pensato – come mi viene attribuito da alcuni mezzi di informazione – che Renzi non ha il consenso degli onesti, ho detto – e ribadisco – che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse”.