La Cassazione ha annullato senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit. Sono stati annullati anche i risarcimenti per le vittime. Secondo la corte la prescrizione “è maturata prima della sentenza di primo grado”.
L’imputato era stato condannato dalla Corte d’Appello di Torino il 3 giugno 2013. L’oggetto del processo Eternit svoltosi ieri in Cassazione “era esclusivamente l’esistenza o meno del disastro ambientale, la cui sussistenza è stata affermata dalla Corte che ha dovuto, però, prendere atto dell’avvenuta prescrizione del reato”, avvenuta nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti. Così una nota della Cassazione.
“Il processo arriva a notevole distanza di anni – ha osservato il pg chiedendo l’assoluzione per prescrizione – è vero che la prescrizione non risponde alle esigenze di giustizia, ma stiamo attenti a non piegare il diritto alla giustizia. Di fronte a questi, il giudice, soggetto alla legge, deve scegliere il diritto”.
La decisione della Prima sezione penale della Cassazione ha suscitato le proteste dei numerosi familiari delle vittime dell’amianto presenti nell’Aula magna. “Vergogna, vergogna”, hanno urlato subito dopo la lettura del verdetto. Esposto anche uno striscione con scritto: “Eternit, ingiustizia è fatta”.
E stamani i cittadini di Casale Monferrato hanno dato vita a un corteo per manifestare contro la sentenza. In prima linea c’è il gonfalone della Città listato a lutto mentre gli studenti mostrano cartelli con la scritta: “Eternit: quante volte ci devono ancora uccidere?”.
LE REAZIONI
– “La sentenza della Cassazione sul processo Eternit è una ferita per i famigliari delle vittime, ma deve esserlo anche per le coscienze di tutti noi. Non può esserci una dissonanza tale tra l’applicazione della legge e l’affermazione della giustizia”. Lo ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e Libera. “Non è mia intenzione, sia chiaro, giudicare il lavoro dei magistrati, che spesso non posso fare altro che applicare puntualmente le leggi. Mi chiedo però – aggiunge don Ciotti – che leggi siano quelle che ammettono la prescrizione per reati gravi, tali da configurarsi come una vera e propria strage, e i cui effetti si protraggono oltre i tempi stabiliti per la loro punibilità”.
– “I magistrati hanno sollevato da anni il problema della prescrizione”. Lo ricorda il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli “alla luce del dibattito pubblico che si è sviluppato sulla vicenda Eternit e che ha visto anche l’intervento del presidente del Consiglio”.
– Il sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Il primo cittadino questa mattina sarà in piazza con i suoi concittadini per protestare contro l’annullamento per prescrizione della condanna.
– Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parla di una sentenza “estremamente grave. Si ritiene che il danno ambientale e le sue conseguenze si esauriscano con la prescrizione, senza tenere conto della realtà”.
– “Confermo che l’intesa tra i presidenti di Camera e Senato è stata in questo senso” e che il ddl sul tema di una revisione dell’istituto della prescrizione sarà trattato inizialmente “alla Camera”. Lo ha spiegato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri concludendo il dibattito sulla vicenda Eternit in Aula.
– “Nel merito si possono dire due cose: o quella vicenda non è un reato o se c’è un reato ed è prescritto, allora bisogna cambiare le regole sulla prescrizione, perchè non è possibile che ci siano delle regole che, con il tempo, fanno saltare la domanda di giustizia. Ci sono cose che non possono avere tempo, ci sono dolori che non hanno tempo. Da presidente del Consiglio dico che dobbiamo avere processi più veloci e che non ci sia l’incubo e il giochino della prescrizione. Il sistema della giustizia non può venire meno”. A dirlo è il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato da Rtl 102.5.
– “La legge è stata applicata, ma giustizia non è fatta. Speriamo almeno che serva da monito al legislatore affinché finalmente riveda le norme sui reati ambientali”. Così il quotidiano della Cei, Avvenire, commenta la sentenza della Cassazione sul processo Eternit. “La legge è legge, ma stavolta è dura”, titola Avvenire un “Secondo noi”, corsivo non firmato che esprime la linea della direzione.
– Sul web cresce l’indignazione per la sentenza. Su twitter l’hashtag #eternit è salito al primo posto fra i più utilizzati: quasi tutti i commenti degli internauti sono di taglio negativo.
– La sentenza della Cassazione sul processo Eternit “non è una sconfitta per la giustizia, la Corte non dice che l’amianto è inoffensivo. Il punto è che sono passati tanti anni e che il reato contestato era quello di disastro, quindi c’è stata la prescrizione”. Così il professore Franco Coppi, difensore del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, commenta il verdetto emesso stasera dalla Suprema Corte.
– “La decisione della Suprema Corte conferma che il Processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso”. Così un portavoce del magnate svizzero commenta la sentenza della Cassazione.
– “Sono dispiaciuta e amareggiata, ma preferisco aspettare domani prima di aggiungere altro”. Così Concetta Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, uno dei centri più colpiti dalla tragedia della Eternit, commenta a caldo la sentenza Eternit. “Domani mattina – aggiunge – riunirò la giunta comunale per decidere che cosa fare”.
– Per l’Inail i costi per le sole prestazioni ai lavoratori colpiti dalle patologie provocate dall’amianto sono costate 280 milioni di euro che non si recupereranno più perché il verdetto della Cassazione ha demolito in radice questo processo”. Lo ha detto l’avvocato generale dell’Inail Giuseppe Vella commentando il verdetto insieme all’avvocato Teresa Ottolini che ha difeso l’Inail in Cassazione.
– “Non bisogna demordere. Non è una assoluzione. Il reato c’è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi”. Questo il commento del pm Raffaele Guariniello alla sentenza Eternit. “La Cassazione – ha sottolineato – non si è pronunciata per l’assoluzione. Il reato evidentemente è stato commesso, ed è stato commesso con dolo. Abbiamo quindi spazio per proseguire il nostro procedimento, che abbiamo aperto mesi fa, in cui ipotizziamo l’omicidio”. “Questo non è – ha aggiunto il magistrato – il momento della delusione, ma della ripresa. Noi non demordiamo”.
– “Il Procuratore Generale ha chiesto l’annullamento della sentenza di appello che aveva condannato i proprietari e responsabili aziendali – si legge in una nota della Cgil -. Le motivazioni adottate dal Procuratore sconcertano e rischiano di scatenare effetti ben oltre i territori coinvolti”. “Si è sostenuto l’annullamento in quanto i fatti risalirebbero agli anni ’70 e quindi prescrivibili – continua la Cgil -. Si ricorda a questo proposito che le sentenze di primo grado e di appello avevano stabilito che si trattava di ‘disastro ambientale doloso permanente’ e che le cause sono tutt’ora vive ed operanti e continueranno a determinare effetti disastrosi per le persone coinvolte”.
– Gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante si schierano contro la sentenza: “come se le vittime dell’amianto fossero morte due volte”. “Nel caso dell’Eternit – sostengono – il disastro ambientale doloso è un reato continuato, le cui conseguenze durano oggi e dureranno ancora a lungo. Sarebbe dunque del tutto inaccettabile considerarlo come un reato istantaneo, soggetto a prescrizione. Sarebbe perciò giuridicamente e moralmente indecente la scelta di lasciare totalmente impunita l’azione criminale di chi, nel nome del profitto, ha violato sistematicamente la legge esponendo a rischi mortali migliaia di lavoratori e cittadini”. “Nei giorni in cui sta partendo il processo di Taranto contro i padroni dell’Ilva, anch’essi accusati di aver contaminato l’aria, l’acqua e il suolo contaminando l’ambiente – continuano Della Seta e Ferrante – l’incredibile parabola giudiziaria del processo Eternit dice una volta di più che un Paese dove industrie gestite nell’illegalità possono avvelenare impunemente le persone che ci lavorano e che ci vivono vicino non è un Paese civile”.
Grazie a una norma contenuta nello Sblocca Italia – a quanto si apprende dal ministero dell’Ambiente – sono “subito spendibili” 14 milioni e 571 mila euro per le bonifiche da amianto a Casale Monferrato. I fondi, già stanziati dal dicastero di via Cristoforo Colombo, non verranno infatti computati ai fini del Patto di Stabilità. Per Gian Luca Galletti è un “nostro dovere dare un segnale concreto di sostegno a una popolazione che paga le conseguenze di scelte scellerate”. Inoltre, per il ministro questa sarebbe “la strada da seguire anche per gli altri siti nazionali”. Il sito di interesse nazionale (Sin) di Casale Monferrato si estende su un’area di 738,95 chilometri quadrati che comprende 48 comuni: 45 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Vercelli e 1 in provincia di Asti. Il progetto della Regione Piemonte (già approvato dal ministero dell’Ambiente nel 2004) prevede la rimozione dei beni contaminati o contenenti amianto. Secondo l’ultima Conferenza di Servizi istruttoria (fine maggio di quest’anno) il comune di Casale ha messo in evidenza che la capacità residua della discarica di rifiuti non pericolosi permetterà lo smaltimento fino a dicembre 2016; allo stesso tempo è stata accolta la proposta di realizzarne una nuova. Il totale delle risorse destinate al Sin ammonta a un totale di 54,7 milioni di cui oltre 49 stanziati dal ministero dell’Ambiente a partire dal 1994 (gli ultimi 3 milioni a settembre). Per il periodo 2014-2020, nella legge di Stabilità del 2014 si è determinata una dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il “finanziamento degli interventi di messa in sicurezza del territorio, di bonifica di siti di interesse nazionale e di altri interventi ambientali”. In particolare per Casale Monferrato il ministero, in accordo con la Regione Piemonte e su indicazione da parte del comune, ha richiesto al Mise-Dps circa 47,1 (2,1 monitoraggio; 10,7 discarica, più 955 mila euro gestione; 11,7 bonifica, 21,1 rimozione coperture e manufatti privati, 500 mila euro rimozione coperture in cemento amianto edifici pubblici).