Diventano sempre più insistenti le voci di dimissioni anticipate per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Lo stesso presidente della Repubblica, quando lo scorso aprile ha accettato l’incarico per il secondo mandato, aveva chiarito che non avrebbe portato a termine il settennato. “Mi accingo al mio secondo mandato – aveva detto nel discorso alle Camere – senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione ‘salvifica’ delle mie funzioni ; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata ; inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio”.
>NAPOLITANO ACCETTA IL SECONDO MANDATO
> IL DISCORSO DI GIORGIO NAPOLITANO ALLE CAMERE PER IL SECONDO MANDATO
Adesso però sembra che la parola dimissioni non sia solo un’ipotesi, un’eventualità da collocare il un futuro lontano, ma una tappa vicina. Molto. Pare infatti che Napolitano potrebbe ufficializzare le sue intenzioni già con il consueto messaggio di Capodanno.
Il dibattito nato come indiscrezioni di stampa sta prendendo piede e lo stesso Quirinale ha diramato una nota ufficiale- senza confermare o smentire le indiscrezioni – spiegando che “In realtà, i termini della questione sono noti da tempo. Il presidente della Repubblica, nel dare la sua disponibilità – come da molte parti gli si chiedeva – alla rielezione che il 20 aprile 2013 il Parlamento generosamente gli riservò a larghissima maggioranza, indicò i limiti e le condizioni – anche temporali – entro cui egli accettava il nuovo mandato”.
Emanuele Macaluso, compagno di partito del presidente della Repubblica ai tempi del Pci, in un’intervista a Repubblica, spiega che “Non si possono chiedere a Napolitano ulteriori sacrifici, c’è anche un problema di salute e uno stress terribile soprattutto in questi mesi, tenuto conto che lui è uno che fa tutto da solo, scrive i suoi discorsi, finanche i telegrammi… “. “Ha detto sempre e con chiarezza – sottolinea Macaluso – che avrebbe chiuso la sua seconda presidenza non concludendo il settennato, avviando un processo politico nuovo. E un processo politico è stato avviato”, sono state “impostate riforme”. Poi se non saranno portate a termine, come il presidente avrebbe invece voluto prima di dimettersi, secondo Macaluso è perché “il cammino è molto più accidentato. Però questo riguarda le forze politiche e il Parlamento. Ha dato una frustata al Parlamento nel discorso d’insediamento, però se la dai a un cavallo questo si muove, se hai un asino si mette a scalciare…”.
“Da tempo il Paese è pronto per avere un presidente della Repubblica donna”, ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Il Paese è molto più avanti della politica. In Italia – ha aggiunto – ci sono donne autorevoli, che hanno delle storie significative ed è giusto che possano essere considerate”.
“Napolitano – commenta il premier Matteo Renzi – è un’assoluta garanzia per tutto il Paese e un punto di riferimento molto importante”.
E nei Palazzi del potere sono già iniziate le riflessioni per decidere il successore.
“Che Napolitano non avrebbe concluso il settennato lo sapevamo – commenta il ministro Maria Elena Boschi in un’intervista a “La Repubblica – . Ma voglio lavorare senza pensare al dopo. Non deve partire né il conto alla rovescia né il toto-nomi. Sarebbe offensivo e poco utile al dibattito pubblico”, e “intanto il nostro orizzonte resta il 2018 e si lavora per mantenere le promesse con quel traguardo”. “È davvero una mancanza di rispetto – aggiunge – parlare di questo mentre il presidente, con la sua autorevolezza, è pienamente al lavoro. E il patto riguarda le riforme, non il Colle”.
Boschi torna a pressare Berlusconi sulla legge elettorale: “Non possiamo aspettare all’infinito i contrasti di Forza Italia. Questa settimana l’Italicum comincia il suo iter in commissione al Senato…”.
“Il capo dello Stato – commenta il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio intervistato da Sky – non ci ha ancora detto addio ne’ arrivederci. I tempi e i modi del suo eventuale ritiro li deciderà lui e non possono essere oggetto di trattative tra i partiti”. “Sulla scelta del prossimo Capo dello Stato ci deve essere una convergenza di tutti”, afferma.
Sulle possibili dimissioni di Napolitano interviene anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Avrò un grande rispetto di qualunque sua determinazione. Non intendo però parlare – dice – di ciò che accadrà nel caso in cui Napolitano dovesse dimettersi, perché fino a quando c’è il presidente della Repubblica al Quirinale il nostro rispetto nei suoi confronti non ci permette di commentare ipotesi futuribili”.