Non si placano le polemiche per la sentenza di secondo grado per la morte di Stefano Cucchi. La Corte ha assolto tutti gli imputati, provocando forti reazioni tra i familiari del geometra ucciso nel 2010 sia tra semplici cittadini.
Ieri le parole del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, hanno segnato la strada per la riapertura del caso e oggi ci sarà l’incontro con i legali e la famiglia Cucchi. I familiari chiedono che vengano “azzerate tutte le perizie e le consulenze che hanno fatto solo fumo e nebbia sui fatti”.
“Se emergeranno fatti nuovi o comunque l’opportunità di nuovi accertamenti, la procura sempre disponibile, come in altri casi, più o meno noti, a riaprire le indagini. Per quanto mi riguarda – ha detto Pignatone – incontrerò volentieri, come già altre volte in passato, i familiari di Stefano Cucchi e il loro difensore. Se dalle loro prospettazioni e dalla lettura della sentenza di appello emergeranno fatti nuovi o l’opportunità saremo disponibili a cercare nuove prove”.
“Abbiamo vinto Stefano – scrive su Facebook la sorella Ilaria -. Abbiamo vinto! Mi parlavano di morte naturale. Mi parlavano di te che ti eri spento. Abbiamo vinto. Hanno perso loro. Non noi. Non ci siamo arresi ed abbiamo vinto. Sono loro ad aver perso. Loro che non sono nemmeno capaci di dirci chi è stato a ridurti così. La giustizia non è per te. Non è per noi. Ma oramai tutti sanno e tutti hanno capito. Abbiamo vinto”.
Nel frattempo il sindacato di polizia penitenziaria Sappe ha depositato a Roma una querela nei confronti di Ilaria Cucchi. Lo rende noto lo stesso sindacato in una nota, in cui afferma: “Dopo essersi improvvisata aspirante deputato prendiamo atto che Ilaria Cucchi vorrebbe ora vestire i panni di pm magari consegnando quelli da giudice al suo difensore per confezionare una sentenza sulla morte del fratello Stefano che più la soddisfi”.