“Sarà difficile dimostrare come è morta Elena Ceste”. È questa la tesi che sostengono gli avvocati della famiglia della donna, Debora Abbate Zaro e Carlo Tabbia, del foro di Torino. “Probabilmente – hanno detto gli avvocati – sarà più semplice escludere alcune cause piuttosto che affermare con certezza in che modo sia morta”.
Elena Ceste, casalinga madre di quattro bambini, era scomparsa il 24 gennaio scorso. Il 18 ottobre scorso i resti di un cadavere in avanzato stato di decomposizione sono stati trovati a Isola d’Asti, a meno di due chilometri dalla casa dove viveva Elena Ceste, durante i lavori di ripulitura di un canale di scolo di proprietà di un agricoltore.
Qualche giorno dopo il dna ha confermato che quei resti appartenevano alla donna scomparsa. E il canale di scolo in località Motta continua a restituire altri resti. Nel corso di un nuovo sopralluogo sono state trovate altre ossa e alcuni denti. Al sopralluogo era presente il direttore della medicina legale dell’ospedale di Alba Francesco Romanazzi, i vigili del fuoco e i carabinieri che effettuano le indagini coordinati dalla Procura di Asti mentre il medico legale nominato dai legali è stato Roberto Testi.
“Resta immutata” invece la fiducia dei familiari nei confronti di Michele Buoninconti, marito di Elena e al momento unico indagato. “La loro opinione non è cambiata – aggiungono i legali che assistono la famiglia Ceste – perché la situazione non è mutata”.
La famiglia di Elena Ceste chiede infine maggiore riservatezza e di gestire in modo tranquillo il loro lutto. I legali infatti hanno convocato una conferenza stampa per chiedere che “venga allentata la pressione mediatica”. “Bisogna tutelare prima di tutto i genitori straziati e i quattro figli, che sono minorenni”, sottolineano i legali.