“Un partito moderno, che ha l’ambizione di voler guidare un paese moderno, oltre a interessarsi dell’economia non può nascondere la testa nella sabbia rispetto a temi che esistono e che devono essere regolamentati. Se la politica secondo me ha un a colpa, è quella di aver girato troppo spesso lo sguardo da un’altra parte rispetto a problemi che considerava scomodi e che invece aveva il dovere di affrontare”. Così il presidente di Fi, Silvio Berlusconi, nel suo intervento telefonico durante un convegno a Quartu.
“Credo che Forza Italia debba essere un movimento che non ha paura, che debba essere un movimento coraggioso. Quando ho parlato di unioni civili – ha aggiunto – ho detto che il tema esiste. In molti paesi europei, dalla Germania alla Gran Bretagna, i partiti conservatori hanno saputo affrontare con serietà questi argomenti senza abdicare ai loro valori cristiani. La famiglia tradizionale, quella fondata sul matrimonio, resta assolutamente alla base della società ed è il fulcro dei nostri valori. E siamo consapevoli che niente potrà sostituirla. Ma ragionare di allargare l’area del diritto ad altri tipi di unione, come hanno fatto i partiti conservatori di altri grandi paesi, non può essere vissuto come qualcosa di sconveniente o come un allontanarsi dai nostri principi”.
“Se la società cambia – ha sottolineato Berlusconi – la politica ha il dovere di prenderne atto. Una legge sulle unioni civili ben fatta, che non calpesti i diritti della famiglia, e soprattutto i diritti dei bambini, deve essere fatta. In questo campo noi non possiamo essere subalterni alla sinistra e non lasciare che sia solo la sinistra a occuparsene. Dobbiamo esserci anche noi. Ho letto che sarebbe una concessione alla sinistra o addirittura un accordo con Renzi. È l’esatto contrario. Questa – ha concluso il leader di Fi – è una sfida che facciamo a una sinistra chiacchierona che parla troppo e conclude pochissimo anche su questo tema”.
Il Cavaliere parla anche di nuove regole sulla cittadinanza. “Ho letto tante parole sbagliate, tanta disinformazione montata ad arte. Io – ha aggiunto – ho detto cose di buon senso. Già oggi esistono leggi che consentono a chi è nato e cresciuto in Italia di diventare cittadino italiano al raggiungimento della maggiore età. Io ho semplicemente aggiunto che, oltre ad essere nati in Italia, per essere italiani ci devono essere un ciclo completo di studi fino al liceo, la padronanza della nostra lingua, l’accettazione delle nostre regole di vita, la conoscenza della nostra storia. Non mi pare che in questo modo si regali la cittadinanza a chiunque. Anzi, essere italiani è un onore e deve essere meritato”.