Sono passati quasi vent’anni da quel lontano 25 febbraio 1995. Massimo Moratti, allora 49enne, decideva di acquistare la sua squadra del cuore: l’Inter. Un passo importante che la sua famiglia aveva già compiuto quarant’anni prima, con il padre Angelo. Da all0ra è trascorsa un’era, sia per l’Inter che per il calcio italiano in generale.
I primi anni di presidenza non sono stati affatto semplici da gestire per Moratti. Nonostante i considerevoli sforzi economici sostenuti, il club non riesce ad ottenere risultati sportivi di primo piano, fatta eccezione per la Coppa UEFA 1997-1998. Ben due le dimissioni rassegnate da presidente: la prima nel maggio ’99 in seguito alle critiche ricevute per l’ingaggio del tecnico Roy Hodgson e poi nel gennaio 2004.
In quell’occasione fu l’ex giocatore bandiera nerazzurra Giacinto Facchetti a subentrargli fino alla sua drammatica scomparsa avvenuta nel 2006. Pochi mesi dopo Moratti decise di riappropriarsi della carica di presidente, dando vita ad un ciclo vincente come pochi nella storia del calcio. La scintilla fu l’arrivo di Roberto Mancini nel 2004, con lui arrivarono tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane.
Poi la svolta europea con José Mourinho. Sotto la guida tecnica dell’allenatore portoghese (2008-2010) nella bacheca dell’Inter finiscono due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e la tanto desiderata Champions League dopo 45 anni di attesa. Un’annata memorabile quella del “triplete”, che si chiude subito dopo con l’addio di Mourinho.
A quel punto il lento declino. Benítez conquistò “solo” una Supercoppa italiana e la Coppa del Mondo per club. Il suo successore, Leonardo, fece ancora peggio conquistando la Coppa Italia in finale contro il Palermo.
Un’avventura che a quel punto sembra giunta al capolinea. Mancano gli stimoli e, soprattuto, i soldi. Il 15 ottobre 2013, dopo cinque mesi di trattative, l’International Sports Capital degli indonesiani Erick Thohir, Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, diviene azionista di controllo dell’Inter “mediante la partecipazione del 70% attraverso un aumento di capitale riservato”.
Un addio amaro, combattuto, per chi nell’Inter ha investito anni, passione e tantissime risorse economiche. Secondo alcune stime, Moratti avrebbe sborsato in 18 anni circa 735 milioni di euro tramite iniezioni di capitale personale. Adesso il nuovo addio, quello definitivo. Se Thohir sarà in grado di riportare in alto il club nerazzuro, questo solo con il tempo potremo appurarlo. Intanto, per tutti i tifosi della Beneamata, non resta che ricordare i tempi migliori che furono.