“Oggi non facciamo conclusioni, o comunque saranno conclusioni che alimentano la discussione. Perché risolvere le questioni della forma partito con una sola direzione probabilmente è insufficiente”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha aperto i lavori della direzione del Partito Democratico.
L’obiettivo del Pd “deve essere definire cosa significhi essere di sinistra nel 2014. Non è semplice”, ha continuato il segretario e premier- “Se c’è una parola per definire un partito di sinistra – ha precisato – per me è la parola ‘opportunità’. Contro gli opportunismi, contro le rendite, è di sinistra un partito che libera il talento, crea le occasioni e lo spazio per chi vuole provarci, senza lasciare indietro nessuno, nell’uguaglianza e non egualitarismo, nell’aiuto di chi non ce la fa, non nel tarpare le ali agli altri. Un partito delle pari opportunità, per tutti: non solo per le donne, ma per giovani e anziani”.
Diversi i temi toccati dal premier nel suo intervento. A iniziare dalla decisione di Beppe Grillo di espellere dal Movimento Cinque Stelle i quattro militanti di occupypalco: “Imbarazzante – ha detto – che il M5s abbia espulso chi sul palco è salito per chiedere qual è l’organigramma. Tra noi ci dovremmo espellere in continuazione…”.
> RENZI OSPITE DA BARBARA D’URSO
Il Pd per Renzi deve essere un partito a “vocazione maggioritaria” capace di tenere insieme forze che vanno da Led di Gennaro Migliore alla parte di Scelta civica di Andrea Romano. “Dall’esperienza di Led, fino ad Andrea Romano e a quella parte di Sc che vuole stare a sinistra, ci sia spazio di cittadinanza piena. Non esclusiva, ma lo spazio esclusivo non ce l’ha nessuno tra di noi, dal segretario nazionale a quello di sezione. Ma un partito che tiene insieme da Romano a Migliore – ha aggiunto Renzi – deve avere la vocazione maggioritaria”.
“Parliamoci, ascoltiamoci, rispettiamoci – ha esortato Renzi – ma non siamo solo la maggioranza degli italiani: siamo l’unica speranza perché l’Italia esca dalla palude e questo ci impone un surplus di responsabilità che non credo ci mancherà. Se non ci siamo noi – ha aggiunto riferendosi da un lato alla destra di Lega e Casa Pound e dall’altro all’M5S – l’alternativa è la piazza talvolta xenofoba, o il populismo e la demagogia. E se non ci siamo noi non è che ci sarà qualcuno più rispettoso della democrazia interna, ma la vittoria di un fenomeno che rischia di incrinare le regole del gioco”.
Ma anche Genova nelle parole del premier. “Chi immaginava di strumentalizzare la vicenda drammatica dell’alluvione – ha spiegato Renzi – è finito a sua volta contestato. Si è visto che chi cerca di strumentalizzare viene indicato dagli angeli del fango come quello che è: una persona che cerca di fare campagna elettorale, di speculare sulle tragedie”.
Renzi ha voluto chiarire che “Questa legislatura arriverà al 2018” ma anche rimproverato i suoi per lo stallo che sta vivendo il Parlamento per l’elezione dei giudici della Consulta. Anche il Pd, secondo Renzi, è “corresponsabile” e bisogna agire per rispondere alla “sfida” lanciata da Giorgio Napolitano al Parlamento. “C’è stato un gesto del capo dello Stato – ha detto Renzi – un discorso di grande livello, di quelli ai quali ci ha abituato. Ha apertamente sfidato il Parlamento che è in una situazione di stallo, di cui anche noi siamo corresponsabili, sulle nomine dei giudici della Corte costituzionale. Credo che dobbiamo riflettere. È in corso una discussione interna a quel blocco (M5s, ndr), a tutte le forze politiche della destra. Ma dobbiamo capire se questo stallo lo supereremo o no. Nei prossimi giorni ho intenzione di vedere Roberto (Speranza, ndr) e Luigi (Zanda, ndr)”.
“Io immagino – ha spiegato il premier – libertà di coscienza non solo su materie eticamente sensibili, ma anche sulle riforme costituzionali. Non espelleremo mai chi fa battaglie serie sulle riforme. Ma dobbiamo darci regole sui voti di fiducia e decidere qual è il punto dove una comunità sta o no sta. Non si può immaginare che questo sia né un comitato elettorale né un club di anarchici dove ognuno fa come gli pare”.
La direzione del Pd si è aperta con l’annuncio della vice presidente Sandra Zampa della decisione di accogliere l’invito arrivato dai giornalisti dell’Unità di dare lettura di un documento sulle sorti del quotidiano. “Invito che abbiamo accolto molto volentieri”, ha spiegato la Zampa. Nel documento, tra l’altro, si legge: “L’Unità deve tornare in edicola al più presto; chiediamo a chiunque abbia responsabilità di fare il possibile perchè questa ferita sia sanata”. Ancora si legge, “dobbiamo fare il possibile, tutto il possibile per dare un futuro a l’Unità. È un pezzo importante storia del Paese” e “la sinistra ha bisogno di un giornale vivo e talvolta scomodo”.
Dopo la relazione introduttiva del premier è arrivato il monento delle repliche. Civati ha ripreso un passaggio di Renzi sui voti di fiducia: “Vero che io non votavo le fiducie al governo Letta, ma quando sei arrivato tu il governo lo abbiamo cambiato… questo per dire che a volta la vita cambia verso..”.
L’ex presidente Pd Gianni Cuperlo attacca il segretario Pd: “Che cos’è la Leopolda? Se capisco bene vi sono centinaia o più comitati che hanno la missione di sostenere le idee di Matteo Renzi. Io so che le correnti dominano la vita interna del Pd fin dalla nascita. Però dobbiamo essere chiari tra di noi, se tu che sei il segretario del partito costruisci e rafforzi un partito parallelo, tu scegli nei fatti un modello di partito. A quel punto non andremo verso un partito comunità ma verso ciò che già oggi – forse – siamo, ovvero una confederazione, un’aggregazione di componenti dotati ciascuno di una sua autonomia. È quello che vuoi? A me non pare un disegno né coraggioso né ambizioso”.
“Io ho la sensazione che in troppe realtà siamo solo una macchina elettorale e assistiamo ad un abbandono di un certo numero di persone. Poi pesano gli scarsi fondi”, ha detto ancora Cuperlo che ha aggiunto: “Questo è il modello, poi ci sono la indiscutibile forza e legittimazione di Renzi. Ma la domanda è, uno schema di questo genere funziona? No, non funziona”.
Non si è fatta attendere la replica del premier: “Questa storia della Leopolda come madre di tutti i nostri problemi è una considerazione largamente sovrastimata. Capisco che Gianni Cuperlo sabato abbia altro da fare”, con la manifestazione della Cgil, “ma lo invito a venire domenica, lui che ha un sincero interesse intellettuale”. “Mai ci sarà una organizzazione parlallela sul territorio”, ha assicurato Renzi.