Il Sinodo straordinario sulla famiglia ha approvato il messaggio conclusivo e si è svolta la votazione della relazione finale che riassume le due settimane di discussioni sul tema della famiglia.
Una conclusione “animata” come ha dichiarato lo stesso Pontefice. “Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni; questo movimento degli spiriti, come lo chiamava Sant’Ignazio se tutti fossero stati d’accordo o taciturni in una falsa e quietista pace” ha detto papa Francesco nel suo discorso rivolto ai padri sinodali.
“Invece ho visto e ho ascoltato – con gioia e riconoscenza – discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la ‘suprema lex’, la ‘salus animarum'”, ha detto Bergoglio. E questo “sempre – lo abbiamo detto qui, in Aula – senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita”.
La Relatio Synodi è stata votata e tutti i punti hanno raggiunto la maggioranza, ma i tre nodi più problematici (tra cui la comunione ai divorziati risposati) non hanno ottenuto quella dei due terzi.
Il paragrafo 52 (la possibilità di studiare la comunione ai divorziati risposati), 53 (la possibilità di concedere la comunione spirituale agli stessi) e il 55 (che ha coagulato le questioni sull’omosessualità) della relazione conclusiva del sinodo straordinario sulla famiglia in via di conclusione in Vaticano non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi. In particolare, i voti sono stati 104 placet a 74 non placet per il primo, 112 placet a 64 non placet per il secondo, 118 placet a 62 non placet il terzo.
“Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Lo afferma il punto 55 della Relatio Synodi, il documento finale approvato dal sinodo dei vescovi, che risulta emendato in molti punti. I Padri sinodali quindi hanno tirato il freno sulle unioni omosessuali: il capitolo 55 è quello che ha incassato il maggior numero di no, anche se i “placet”, ovvero i sì, sono stati 118.
Ma questo non coincide con una totale chiusura. “Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza” si legge in un passaggio della Relatio Synodi.
Papa Francesco – che ha deciso di pubblicare il documento votato questa sera anche se tre punti non sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi, in altre occasioni considerata necessaria dai suoi predecessori – ha spiegato la sua decisione nel discorso rivolto ai sinodali: “Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficolta’ e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”. “Un anno – ha spiegato il Papa – per lavorare sulla ‘Relatio synodi’ che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che e’ stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze Episcopali come ‘Lineamenta’”.
E sulla trascrizione dei 16 matrimoni gay celebrati all’estero da parte del sindaco di Roma Ignazio Marino, Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha detto: “Noi rimandiamo a quanto dichiarato dalla conferenza episcopale italiana” ma “certamente il sinodo ha tenuto a ribadire che il matrimonio è tra uomo e donna”.