Sembrano esserci nuovi elementi raccolti dall’accusa nel processo che vede come imputato Alberto Stasi, accusato di aver ucciso nel 2007 la sua fidanzata di allora, Chiara Poggi, trovata uccisa nella sua villetta a Garlasco.
Dopo l’esito della perizia, che evidenziava come Alberto Stasi non avrebbe potuto camminare all’interno dell’abitazione senza macchiarsi le scarpe di sangue, oggi il Corriere della Sera racconta di un particolare importante: il ragazzo avrebbe acquistato un paio di scarpe utilizzando la sua carta di credito. Scarpe che non sono tra quelle prelevate dai carabinieri a casa Stasi.
Quello delle scarpe è un tassello importante che finora non è stato sciolto. L’assassino ha lasciato delle impronte sul pavimento insanguinato, impronte di una scuola a pallini. E l’accusa ha sempre sostenuto che Stasi si sarebbe disfatto di quelle scarpe dopo aver ucciso la fidanzata e sopo aver inscenato il ritrovamento di Chiara chiamando il 118.
Ieri anche un altro particolare infittiva il giallo sull’omicidio: la testimone che per prima aveva denunciato la presenza di una bici nera appoggiata al muro della villetta dei Poggi, smentisce che sia quella sequestrata ad Alberto Stasi. “Sono sicura, era come la mia, non è quella sequestrata dai carabinieri”, dice la 79enne Franca Bermani intervistata dal settimanale Giallo.
La donna dice di esserne certissima, anche dell’orario in cui ha visto la bici appoggiata al muretto: “Erano le 9.10, sono abituata a guardare spesso l’orologio e sono sicura. La bici che ho visto era uguale a quella che avevo io a 15 anni, me l’aveva regalata il mio papà”, dice la signora Bermani. L’orario che la testimone riferisce è fondamentale: alle 9.12, infatti, viene staccato l’antifurto in casa Poggi e tra le 9 e le 10 viene collocata la morte di Chiara.