”I gay non sono malati da curare. Il Sinodo supera i pregiudizi ecclesiastici che riducevano l’omosessualità a perversione e pericolo pubblico. Al centro deve esserci sempre la persona”. Secondo il vescovo canonista di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, intervistato dalla Stampa, il legislatore civile non può far finta che non esistano le unioni gay e le coppie di fatto. E ”non hanno alcun fondamento” le proteste dell’episcopato per le proposte di riconoscimento delle coppie gay: ”Uno Stato laico non può fare scelte di tipo confessionale e la Chiesa non può interferire nella sfera delle leggi civili”.
”Le unioni civili riguardano i diritti di persone che nella relazione di coppia e sociale chiedono garanzie per il loro vivere quotidiano”, osserva Mogavero. ”Se ciò non comporta omologazione, non vedo ostacoli alle unioni civili”. ”Gli attuali modelli giuridici non riescono a imbrigliare la realtà. C’è una distanza tra l’essere che è la vita e il dover essere rappresentato dalle norme. Le leggi sono cristallizzate, fotografano condizioni generali che negli ultimi anni sono profondamente mutate”, prosegue Mogavero, secondo cui ”la politica deve pensare e regolamentare il nuovo nei termini del rispetto dell’altro. Lo Stato deve rispettare e tutelare il patto che due conviventi hanno stretto tra loro. E la Chiesa deve accoglierle e accompagnarle pastoralmente senza emarginarle con l’etichetta di persone che vivono nel peccato. Non può esserci alcuna giustificazione per nessuno – conclude – alla chiusura del cuore”.