Nel 2013 quasi la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese. Sono questi i dati che si leggono nel Bilancio sociale Inps. Oltre 2,1 milioni di pensionati (il 13,4%) aveva un reddito inferiore ai 500 euro mentre quasi il 70% aveva meno di 1.500 euro al mese.
Nel 2013 i lavoratori domestici iscritti all’Inps erano 749.840 con una riduzione rispetto al 2012 di 42.858 unità (-5,4%). Tale riduzione risulta più marcata fra i maschi (-18,6%) che per le donne (-2,8%) ma soprattutto sconta un calo tra gli stranieri (47.098 in meno con un -7,4%).
La spesa per gli ammortizzatori sociali nel 2013 al netto dei contributi figurativi, è risultata pari 14.514 milioni, con un aumento di 1.982 milioni (+15,8%) sul 2012. La spesa totale (inclusi i contributi figurativi) è finanziata per il 38,3% dai contributi a carico di imprese e lavoratori e, per il 61,7%, dagli oneri a carico dello Stato.
Nel 2013 la consistenza media annua dei lavoratori dipendenti privati (escluso il lavoro domestico e gli operai agricoli) è diminuita di quasi 313.000 unità ma la riduzione è imputabile soprattutto al crollo degli operai (-229.700 con un -3,5%). L’Inps sottolinea che gli operai siano ancora il 52% dei dipendenti. Naturalmente gli operai non sono solo le tute blu ma anche coloro che hanno questa qualifica nei servizi. I dipendenti privati nel complesso nell’anno erano 11.983.264 (-2,5%).
Il saldo tra entrate e uscite dell’Inps nel 2013 è negativo con un disavanzo complessivo di 8,7 miliardi determinato per lo più dalla parte corrente e registra un miglioramento di circa 1 miliardo rispetto al disavanzo di 9,7 miliardi del 2012.