“La Madonna della Guardia sostenga la cara popolazione genovese nell’impegno solidale per superare la dura prova”. Questa la preghiera di Papa Francesco all’Angelus.
“In questo momento – ha detto alla folla di piazza San Pietro – il nostro pensiero va alla città di Genova un’altra volta duramente colpita dall’alluvione. Assicuro la mia preghiera per la vittima e per quanti hanno subito gravi danni”. “Preghiamo tutti insieme la Madonna della Guardia, Maria Madre della Guardia protegga Genova”, ha poi ripetuto Francesco guidando la folla dei fedeli.
“Tutti siamo chiamati a non ridurre il Regno di Dio nei confini della ‘chiesetta’, ma a dilatare la Chiesa alle dimensioni del Regno di Dio”.Ha affermato il Santo Padre. “La bonta’ di Dio – ha spiegato – non ha confini e non discrimina nessuno”, “il banchetto e’ universale” e “a tutti e’ data la possibilita’ di rispondere al suo invito”, “nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva”.
“Tutto questo – ha sottolineato papa Bergoglio – ci induce a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come faceva i capi dei sacerdoti e dei farisei, per aprirci alle periferie, riconoscendo che anche chi sta ai margini è oggetto della generosita’ di Dio”. Per il banchetto, ha anche detto il Papa, serve “la veste nuziale”, ma non possiamo dire di averla “se non viviamo l’amore a Dio e al prossimo, la fede – ha sottolineato papa Francesco – richiede la testimonianza della carità, va manifestata in concreti atteggiamenti di solidarietà e di servizio verso i nostri fratelli, specialmente i più deboli, e fra questi deboli ci sono i perseguitati”.
Stamattina nuovo monito di Papa Francesco, a San Pietro, nella omelia della messa di ringraziamento per la canonizzazione dei santi canadesi Francesco de Laval e Maria dell’Incarnazione Guyart Martin. “Se la Chiesa si ferma e si chiude si ammala – ha affermato – si può corrompere, sia con i peccati sia con la falsa scienza separata da Dio, che è il secolarismo mondano”.
Il Papa si è soffermato sul ruolo dei missionari “che, docili allo Spirito Santo, hanno il coraggio di vivere il Vangelo” e che “sono usciti a chiamare tutti, agli incroci del mondo; e così hanno fatto tanto bene alla Chiesa”. “La missione evangelizzatrice della Chiesa – ha aggiunto il Papa – è essenzialmente annuncio dell’amore, della misericordia e del perdono di Dio, rivelati agli uomini mediante la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. I missionari hanno servito la Missione della Chiesa, spezzando ai più piccoli e ai più lontani il pane della Parola e portando a tutti il dono dell’inesauribile amore, che sgorga dal cuore stesso del Salvatore. Così furono san Francesco de Laval e santa Maria dell’Incarnazione”.
Poi Bergoglio ha concluso: “La memoria dei missionari ci sostiene nel momento in cui sperimentiamo la scarsità degli operai del Vangelo. I loro esempi ci attirano, ci spingono a imitare la loro fede. Sono testimonianze feconde che generano vita!”.