Matteo Renzi ha iniziato l’incontro con i segretari generali dei sindacati e le imprese alle 8 del mattino, a Palazzo Chigi. Insieme a Lui il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: sul tavolo, la matassa della riforma del lavoro, difficilissima da dipanare. Il presidente del consiglio è insieme Camusso (Cgil), Bonanni (Cisl), Angeletti (Uil) e Mancini (Ugl).
Nella sua introduzione durata circa otto minuti, Renzi ha chiarito i tre punti di confronto, oltre ovviamente all’articolo 18 e al TFR in busta paga: salario minimo, rappresentanza sindacale e contrattazione decentrata.
Renzi definisce “urgente” il salvataggio degli stabilimenti di Termini Imerese, Taranto e Terni: “Le tre T di cui bisogna occuparsi insieme”. Poi assicura che il bonus da 80 euro diventerà strutturale dal prossimo anno.
Ci sono stanti anche momenti di relax con battute e ironia sul “tormentone” Margareth Thatcher, per un siparietto “musicale” tra governo e sindacati. Matteo Renzi ha infatti risposto per le rime alla battuta fatta ieri da Susanna Camusso, che sui tempi dell’incontro di questa mattina aveva citato una famosa canzone: “Un’ora sola ti vorrei”. A quel punto è intervenuto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha citato di la canzone Quattro minuti (una canzone del rapper Mondo Marcio).
Il premier invece ha chiamato in causa la canzone “Una settimana un giorno” di Edoardo Bennato: “Una settimana, un giorno solamente un’ora a volte vale una vita intera…”. Renzi ha anche detto “Bennato a me piace da morire anche se adesso va a cantare per Grillo.
Alla fine dell’incontro Renzi ha parlato di “sorprendenti punti di intesa” trovati con i sindacati. Le parti si incontreranno nuovamente il 27 ottobre. La fitta agenda di incontri del presidente del Consiglio adesso prevede il vertice con Confindustria.
Intanto Susanna Camusso gela il presidente del Consiglio confermando “il giudizio negativo” sull’azione del governo. “Non c’è nessun concreto passo avanti e la decisione di mettere la fiducia radicalizza ancora di più il fatto che non c’è il confronto con le organizzazioni sindacali”. La Camusso sottolinea che Renzi ha detto che “una volta approvata la delega, potremo incontrare il ministro del Lavoro sui decreti attuativi. È chiaro che il perimetro di discussione è quello di cui si parla al Senato e che noi non abbiamo condiviso”. La sindacalista osserva poi che il vertice di oggi arriva “dopo 7 mesi dall’insediamento del governo” e il premier ha proposto “una carrellata sui provvedimenti in discussione e su alcune voci della legge di stabilità”.
Se da un lato la Cgil è sempre più dura, dall’altro Cisl e Uil si sono mostrate più aperti nei confronti del governo: “Abbiamo riscontrato una disponibilità al confronto: avere la certezza che sui temi di lavoro, contrattazione e rappresentanza si dialoga con il sindacato lo vediamo come valore aggiunto”, ha detto Anna Maria Furla, Cisl.
“Oggi Renzi ha fatto una scelta simbolicamente diversa in discontinuità con quella dei mesi precedenti”, ha commentato il leader Uil Luigi Angeletti “La valutazione è che forse, siamo in presenza di un cambiamento, di un atteggiamento del governo diverso verso le forze sociali”.
In conferenza stampa il premier ha voluto chiarire: “Siamo assolutamente disponibili alle opinioni di chiunque, l’importante è che si vada avanti” aggiunge Renzi in conferenza stampa, “miglioriamo se c’è da migliorare, ma il Paese deve cambiare e non ci faremo bloccare da veti o opinioni negative”.
Il premier ha annunciato che la fiducia sul decreto lavoro “sarà votata domani”. Il premier è sicuro: non teme i franchi tiratori sul Jobs Act. “Il voto è palese, non temo agguati. Se ci dovessero essere li affronteremo”.