Nulla di fatto in Parlamento, con Camera e Senato in seduta comune, per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Questa mattina l’ennesima fumata nera, la sedicesima, per l’elezione dei due giudici della Consulta. Nemmeno il tandem Caramazza-Violante, che ha sostituito quello di Bruno e Violante, ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea, pari a 570 voti. Servirà una nuova votazione, la diciassettesima, che si terrà si terrà nell’Aula di Montecitorio martedì 7 ottobre alle 13.
I votanti per eleggere i due giudici alla Corte Costituzionale sono stati 804, almeno 50 parlamentari in meno di quanti avevano risposto all’appello nelle precedenti votazioni. 511 i voti per Luciano Violante e 450 per Francesco Ignazio Caramazza. Il senatore Bruno, il fuoriuscito, ha collezionato 66 voti, Baldassarre 22, Pace 12, Ainis 8.
Nonostante il tentativo di Forza Italia di rimescolare le carte in tavola con la sostituzione della candidatura di Donato Bruno con l’ex avvocato generale dello Stato Francesco Ignazio Caramazza, il Parlamento non riesce comunque a trovare la quadra e il quorum. Complice forse l’arroccamento del Pd sul nome di Luciano Violante.
Sono soprattutto i parlamentari del Movimento 5 Stelle a combattere una battaglia senza sconti contro l’ex presidente della Camera. “Violante, come Teresa Bene per il Csm – crive Beppe Grillo sul blog – non ha i requisiti per essere giudice della Corte costituzionale. Cosa aspetta Napolitano a intervenire? Qualcuno lo svegli. Magari una telefonata di Mancino può servire”, ironizza il leader dei grillini riferendosi alla trattativa Stato-Mafia.