La “marcia della formazione professionale” parte in Sicilia contro le sospensioni dei lavoratori in attesa della cassa integrazione. Migliaia di dipendenti, affiancati dagli enti gestori, tutti uniti contro il governo siciliano: gli Enti contestano alla Regione il mancato pagamento delle somme, che ha causato il mancato pagamento degli stipendi. E per molti lavoratori, la cassa integrazione corrisponde con il licenziamento, a partire da gennaio 2015.
“La ‘marcia della Formazione’ del primo ottobre, a Palermo, con partenza da Piazza Marina, deve essere un momento di unità tra tutti i lavoratori”, spiegano le associazioni Forma e Cenfop Sicilia “Il lavoro nessuno può promettere garanzie occupazionali. La difesa del lavoro deve accomunare tutti”.
“Solo la tutela del lavoro, delle attività formative e di orientamento, regolarmente sostenute da adeguate risorse finanziarie e realizzate con continuità e garanzia di qualità”, continuano le associazioni “possono dare certezza occupazionale e possibilità di erogare con regolarità i compensi ai lavoratori e la necessaria copertura previdenziale e assicurativa, con tutti i benefici del rapporto a tempo indeterminato”.
“A tutte le organizzazioni sindacali della Formazione professionale e al gruppo promotore della manifestazione di stamani, abbiamo chiesto di creare un movimento unico per avviare una mobilitazione di tutti gli operatori andando oltre le sigle e le diversità. Una protesta ad oltranza, un vero e proprio ‘assedio’ delle istituzioni responsabili del massacro sociale dei lavoratori del settore, per rivendicare lo sblocco delle retribuzioni e dell’occupazione”, dice Giovanni Migliore Responsabile Formazione Professionale per Cisl Scuola regionale, dopo l’incontro con i rappresentanti della Uil Scuola, dei Cobas e i promotori della marcia di oggi. “Non ci fermeremo fino a quando non avremo risposte stavolta certe e immediate con atti concreti e pratici, sarà un vero e proprio assedio”. Migliore conclude “non basta una semplice unica manifestazione, a questo punto è necessario unirci, per scuotere i due Palazzi. Presidenza e Parlamento regionale”.