Ingiusta detenzione: due parole che mettono fine alla vicenda giudiziaria di Mohamed Fikri, l’operaio marocchino accusato in un primo momento dell’omicidio di Yara Gambirasio. La 13enne uccisa a Brembate Sopra (Bergamo) nel febbraio del 2011.
La Corte d’Appello di Brescia ha accolto l’istanza di risarcimento presentata dai legali di Fikri, stabilendo un risarcimento di novemila euro. Fikri era stato arrestato nel dicembre 2010. L’operaio del cantiere di Mapello dove erano state trovate tracce di Yara, era stato inchiodato dalla traduzione di un’intercettazione telefonica che si era poi rivelata sbagliata.
Nel corso delle settimane la telefonata “incriminata” è stata tradotta in sedici modi diversi, passando da “Allah, perdonami, non l’ho uccisa io” a “Allah, fa che risponda”. E anche l’accusa cambiava di pari passo, passando da omicidio a favoreggiamento. Nell’agosto del 2013 il fascicolo a suo carico è stato definitivamente chiuso perchè “il fatto non sussiste”.