Nervi tesi tra l’Associazione nazionale magistrati e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. La nuova polemica nasce in seguito all’intervento del premier a “Che tempo che fa” su Raitre, durante il quale è tornato a parlare della riforma della giustizia e della proposta di porre un tetto limite alle ferie delle toghe.
A poche ore dalla diretta, ecco la nota dell’Associazione magistrati in cui si “rileva con vivo rammarico che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ripetuto affermazioni riguardanti l’azione dell’Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani che non corrispondono alla realtà dei fatti”.
Da qui la replica punto per punto a quanto affermato da Renzi.
“L’Anm – si legge – non ha mai dichiarato che l’introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all’indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l’Associazione avrebbe fatto una simile affermazione. L’Anm, inoltre, ricorda che tale tetto è raggiunto solo dai massimi vertici della Corte di Cassazione e della relativa Procura Generale e che la retribuzione media dei magistrati è enormemente inferiore a quella cifra”.
“Gli uffici giudiziari – prosegue la nota – non chiudono mai e l’Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie (realizzata con il decreto legge n.132/2014) sia un attentato ai magistrati. In realtà, l’istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale – fino ad oggi fissato dal 1° agosto al 15 settembre – è destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale”.
Infine l’Anm sottolinea che “quanto alle ferie, finora determinate in 45 giorni, in tale periodo i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è indipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività. La magistratura ha troppo rispetto della propria indipendenza, per strumentalizzarla a secondi fini. Ci si attende uguale rispetto da parte di tutti”.
Quello dell’Anm è l’ultimo degli attacchi sferrati all’esecutivo in ordine di tempo, prima dell’Associazione magistrati anche i sindacati e la Cei hanno aspramente criticato l’azione del governo provocando la dura replica del premier.