In occasione dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, il premier iracheno al Abadi lancia l’allarme: delle cellule dell’Isis starebbero pianificando degli attacchi a Stati Uniti e Francia, con l’intenzione di colpire principalmente le stazioni della metropolitana.
Hassan Rohani, il presidente iraniano, ha denunciato la “strategia sbagliata” dell’Occidente in Medioriente, evidenziando in particolar modo le “ingerenze non appropriate in Siria”: “Vengo da una parte del mondo che brucia tra le fiamme dell’estremismo. L’anti-occidentalismo di oggi ha radici nel colonialismo di ieri ed è una reazione al razzismo”.
“Da est a ovest –ha proseguito Rohani – gli estremisti minacciano i nostri quartieri ricorrendo al sangue e alla violenza. Non parlano un’unica lingua, non sono di un unico colore né di un’unica nazionalità, sono arrivati in Medio Oriente da tutto il mondo”: il presidente iraniano ha poi evidenziato che i gruppi come l’Isis hanno “un’unica ideologia, che è la violenza e l’estremismo”, e tutti hanno un unico obiettivo, cioè “la distruzione della civiltà”.
Aggiunge poi che le sanzioni contro l’Iran sono un “grave errore” e, parlando della questione del nucleare iraniano, ha affermato che essa “può essere risolta solo con i negoziati”: “Un accordo sul nucleare – ha concluso – può servire come inizio di una collaborazione multilaterale”.
Jan Eliasson, vice-segretario dell’Onu, ha scoraggiato l’uso del veto in situazioni del genere, invitando gli Stati membri a considerare la proposta della Francia, che vuole bloccare la prerogativa dei cinque membri permanenti di fronte a situazioni di genocidio e gravi violazioni dei diritto umani.
Ma in tutto il governo statunitense non c’è riscontro di un presunto piano per colpire le metropolitane Usa o di Parigi. Lo riferisce un alto esponente dell’amministrazione Obama riducendo la portata dell’allarme lanciato da New York dal premier iracheno Haider al Abadi.