Federico Pizzarotti ha fatto un errore. Ci ha provato, ha provato di nuovo a sfidare il leader del M5S Beppe Grillo – accordandosi col Pd per le prossime elezioni provinciali a Parma, città di cui è sindaco – e poi ha dovuto fare un passo indietro e ritrattare. Scaricando la colpa, ovviamente sulla stampa e sui giornalisti.
“Ho letto che mi sarei candidato per le Provinciali. Prima cosa: non mi candido per le Provinciali. È stata una riflessione ponderata e doverosa. Preziosi sono stati anche i contributi arrivati dalla rete. Ciò che è stato e che è tuttora un dialogo tra 46 sindaci che rappresentano 400 mila abitanti e una Provincia in emergenza, per i giornali si è trasformato in giochi di alleanze o quant’altro”, ha scritto la pecora nera del Movimento 5 Stelle sul suo profilo di Facebook in una lunga riflessione.
In realtà non era una “riflessione”, piuttosto un passo forse più lungo della gamba, un tentativo di portare avanti un progetto politico e istituzionale in cui credeva ma a cui non credeva con la stessa intensità il padre dei M5S, che in un video sul suo blog aveva spiegato chiaramente che “i suoi” non si sarebbero presentati alle elezioni provinciali perché da tempo degli enti intermedi i pentastellati chiedono l’abolizione. Reale e non di facciata, come hanno definito la legge del governo Renzi.
“Lo ribadisco, in modo chiaro e coerente: in questi mesi – prosegue Pizzarotti – ai sindaci ho chiesto di anteporre gli interessi del territorio rispetto a logiche di spartizione. La Provincia, a differenza del passato, non dovrebbe più essere un campo di battaglia tra partiti e movimenti. La Provincia non dovrà essere rappresentata da nessun partito, ma dalle sue Istituzioni, considerando giusto che a farlo siano i soli sindaci della Provincia. Questo ho chiesto alla luce del sole. Su questo si è basato il dialogo”.
Dialogo interrotto perchè troppo distante da quanto predicato da Grillo che, evidentemente, continua a tenere tutti sotto il suo stretto controllo. Soprattutto Pizzarotti, che più volte ha provato a prendere una decisione indipendente dal leader, venendo trascinato di nuovo all’interno delle direttive del Movimento.
Il sindaco di Parma prova ad aggirare il problema e a convincere della sua buona fede, attaccando nemmeno troppo velatamente “i dogmi” del Movimento 5 Stelle: “Con questa Riforma, inutile, ma di fatto esistente, si apre un nuovo scenario: le competenze della Provincia riguardano l’Edilizia scolastica, la difesa del Territorio, la Mobilità, ma anche l’Ambiente: quell’inceneritore che tanto abbiamo contrastato e che in tutta Italia contrastiamo è proprio lì, a portata di mano, tra i poteri della Provincia. Si devono aprire nuovi dibattiti all’interno del Movimento, con la consapevolezza che il più alto progresso di una Comunità lo si raggiunge col confronto e non con i dogmi”.
In realtà, anche il Pd non era troppo convinto di questo patto istituzionale. E ha lasciato solo il sindaco che aveva avuto il coraggio di ribellarsi a Grillo. “Non ho stima per alcuni consiglieri e rappresentanti del Partito democratico, che ancora una volta, l’ennesima, hanno dimostrato il proprio menefreghismo, anteponendo il proprio interesse a quello dei nostri concittadini, scegliendo di correre per sé, fregandosene espressamente del concetto di territorialità e conformità del territorio”.