Il saluto romano e qualsiasi atto di manifestazione esteriore di carattere fascista continueranno ad essere puniti dall’ordinamento italiano. A ribadirlo è stata la sentenza 37577 della Prima sezione penale della Suprema Corte che ha sottolineato la piena operatività della legge Scelba risalente al lontano 1952.
Il verdetto dei giudici supremi ha confermato la condanna emessa nei confronti di due militanti di Casapound che a un raduno neofascista del dieci febbraio 2009 in memoria delle vittime delle foibe, avevano urlato “Presente” ricorrendo al saluto romano. Ad Andrea B. sono stati inflitti due mesi di reclusione e 300 euro di multa, mentre a Mirko G. 760 euro di multa.
“Nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe – si legge nel dispositivo della sentenza – L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose”.
“Il rischio di ulteriori rigurgiti antidemocratici”, considerate anche le ultime tendenze registrate nel resto d’Europa, “dovrà essere fronteggiato alla luce della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione”. Respinta quindi la tesi della difesa che sosteneva l’assenza di “lesività” invitando poi a “depenalizzare” il reato di opinione in considerazione del “mutato clima politico” e delle norme internazionali sulla libera manifestazione delle opinioni.