Nell’Eurozona servono riforme strutturali ambiziose, incentrate ad accrescere occupazione e crescita. Di questo si è discusso, in estrema sintesi nel corso della riunione dell’Eurogruppo oggia Milani in vista del vertice Ecofin. E venerdì mattina il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che l’Italia rispetterà i vincoli.
Il principale nodo da affrontare resta quello di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro. Lo ribadisce una nota diffusa al termine dell’incontro in cui si ribadisce l’impegno preso in questa direzione. Per il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem “ridurre il cuneo fiscale è una delle principali riforme che renderà le nostre economie più competitive”.
Dijsselbloem ha anche posto l’accento sul fatto che i ministri finanziari dell’unione monetaria aggiorneranno la discussione sulla situazione economica dei paesi membri quando potranno verificare i progetti di bilancio del 2015. Il ruolo dell’Eurogruppo, ha sottolineato ancora il presidente, “sarà il regista delle riforme condotte nei vari paesi”. Un’attenzione particolare però deve essere usata per non “mettere a repentaglio la fiducia” ottenuta finora sulla gestione delle finanze pubbliche e sul consolidamento dei bilanci.
Gli fa eco il presidente della Bce, Mario Draghi. Per Draghi per far tornare gli investimenti è necessario “fare riforme strutturali più ambiziose. I paesi dovranno affrontare le raccomandazioni specifiche in maniera determinata”. Da sole “le misure di politica monetaria” non sono sufficienti.
Da registrare un botta e risposta tra il premier Renzi e il commissario agli affari economici Jyrki Katainen: “Non siamo maestri ma siamo interpreti di quanto tutti i Paesi rispettano gli impegni presi e di quello che hanno promesso agli altri Paesi”. Così Katainen risponde, alle telecamere de ilfattoquotidiano.it, a Renzi che su twitter ha scritto “dall’Europa non ci aspettiamo lezioni”.