La qualità della scuola in Italia migliora: a svelarlo è il rapporto Ocse “Uno sguardo sull’Istruzione 2014”. La scuola italiana negli ultimi 16 anni ha subito però tanti tagli, pari almeno al 4%, e nonostante la buona notizia ci sono troppe cose che non vanno. A partire dal numero dei giovani inattivi: in quattro anni, dal 2008 al 2012, è passato dal 19,2% al 24,6%. Un ragazzo su tre tra i 20 e i 24 anni non a nulla non lavora e non studia perché “non serve a trovare un lavoro”.
L’altro dato significativo, in negativo è il calo del 4% della spesa pubblica. Negli ultimi 16 anni l’Italia è stata l’unica a tagliare tra i paesi europei. Ciò in parte è dovuto a un ribilanciamento della spesa verso l’università, che dal 2005 al 2011 è aumentata del 17%. La riduzione della spesa è anche effetto della riduzione del numero dei docenti, nonostante in Italia ci siano ancora troppi insegnanti rispetto alla media dei paesi Ocse.
Ci sono anche belle notizie. L’Italia è tra i paesi più avanzati sul versante dell’accesso all’istruzione preprimaria. Il 92% dei bambini italiani di 3 anni è iscritto alla scuola dell’infanzia. Sul versante università, novità da parte delle donna. In Italia infatti cresce il numero delle donne laureate.