Dopo l’annuncio del Ministro Giannini che ha dichiarato “la scuola tornerà ad essere un ascensore sociale”, domani la riforma scolastica approda in consiglio dei ministri. Il premier ha sottolineato: “Noi non facciamo l’ennesima riforma della scuola. Noi proponiamo un nuovo patto educativo. Lo presenteremo ufficialmente domani alle 10 sul sito passodopopasso.italia.it“.
Nel “patto educativo” per la scuola “proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità: sarebbe, sarà, una svolta enorme” aggiunge Renzi.
Nella scuola “metteremo più soldi, ma facendo comunque tanta spending review: perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave”: scrive Renzi nella sua ‘enews’. “Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti – annuncia il premier – Nel frattempo continueremo a investire sull’edilizia scolastica, sbloccando il patto a quei comuni che hanno progetti seri, cantierabili”.
Il “nuovo patto educativo” conterrà “alcune idee nel merito per rendere la scuola sempre più strumento di crescita per il giovane cittadino. Ma anche per il Paese. Si tratta di proposte, non di diktat prendere o lasciare”. Poi il premier scandisce il timing: “Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo tutti, a cominciare dagli studenti che sono per noi protagonisti, non spettatori. Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti”.
“Chiederemo alle famiglie e agli studenti se condividono le nostre proposte sui temi oggetto di insegnamento, le materie, quelli che quando andavamo a scuola noi chiamavamo il programma: dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding”. Così Renzi anticipando alcune proposte per la scuola. “Chiederemo ai presidi di fare di più, aumentando competenze e responsabilità, ma anche snellendo la struttura amministrativa attraverso un percorso di digitalizzazione procedurale spinta”.