“Chi ha ucciso mio figlio deve pagarla, deve fare i conti con me”. È disperato il padre di Pietro Pace, il 40enne incensurato ucciso ieri in un agguato nel quartiere di Anagnina a Roma. “Sono pronto a pagare 100 mila euro a chi fornisce informazioni utili alle indagini per catturare i killer“.
L’uomo non vuole credere che il figlio sia stato coinvolto in un regolamento di conti nell’ambito della malavita organizzata, ma sospetta che dietro alla morte di Pietro ci sia “un movente passionale, magari questioni legate ad una donna”. Alcuni testimoni hanno raccontato che il figlio ultimamente stesse frequentando la moglie di un carcerato.
“Pietro era un bravissimo ragazzo, non ha mai avuto problemi di soldi, ha sempre lavorato, né tanto meno ha avuto problemi di droga – continua il padre della vittima. – Perché lo hanno ucciso con tutti quei colpi di pistola?”. “Se mio figlio aveva sbagliato potevano dirlo a me, avrei fatto di tutto per aiutarlo ma non ucciderlo in quel modo. Sono stati degli infami”, conclude il signor Pace.
Gli investigatori, intanto, stanno setacciando la zona dell’omicidio alla ricerca di telecamere che possano aver ripreso la scena del delitto e i due killer. Nell’area ci sono molti negozi dotati di un servizio di videosorveglianza. Sulla vicenda la procura ha aperto un fascicolo: gli accertamenti sono coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.